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SALUTE, DIRITTO FONDAMENTALE DELLE PERSONE E DELLE COMUNITA'

La CGIL insieme a un’ampia rete di associazioni laiche e cattoliche riunite nell'Assemblea ‘Insieme  per la Costituzione’ organizza e promuove una Manifestazione nazionale il 24 giugno a Roma con concentramento in Piazza della Repubblica ore 10:00 e comizio conclusivo in Piazza del Popolo in difesa del diritto alla salute delle persone e nei luoghi di lavoro e per la difesa e rilancio del Servizio Sanitario Nazionale, pubblico e universale.

Il servizio sanitario pubblico soprattutto in alcune aree assistenziali particolarmente cruciali (anziani, cronici, non autosufficienti, assistenza ospedaliera, assistenza specialistica) e nella maggioranza delle regioni, è sempre più marginale e residuale, nel senso che il ruolo del privato con la scusa dell’integrazione, lo sta rendendo di fatto come un sistema sostitutivo del pubblico.

I numeri raccontano la nuda e cruda realtà:

  • tra il 2010 e il 2019 abbiamo assistito ad un imponente definanziamento (-€ 37 miliardi), solo in parte corretto da un incremento del FSN nel biennio 2020-2022 di € 11,2 miliardi, di cui di cui € 5,3 con Decreti COVID-19, assorbiti in larga parte dalla pandemia e comunque  insufficienti a mantenere in ordine i bilanci regionali 2022. Per il biennio 2023-2025 il NaDEF 2022 prevede una riduzione della spesa sanitaria e del rapporto spesa sanitaria/PIL al 6,1% nel 2025. La spesa sanitaria pro-capite mostra l'Italia al 16° posto in Europa e ultima tra i Paesi del G7. In sostanza sono confermate le precedenti scelte di allocazione delle risorse, che ponevano l’Italia tra i paesi europei con spesa sanitaria meno elevata e in progressiva riduzione;
  • la missione salute del PNRR al palo, mentre le patologie e i fattori ambientali che condizionavano lo stato di salute del SSN nell’era pre-COVID sono rimasti sostanzialmente irrisolti. Gli effetti della pandemia sono evidenti: dal ritardo nell’erogazione di prestazioni chirurgiche, ambulatoriali e di screening che hanno ulteriormente allungato le liste di attesa con conseguente aumento della spesa out-of-pocket da parte delle famiglie sino alla rinuncia alle cure, all’impatto sul SSN di nuovi bisogni di salute, in particolare long-COVID e salute mentali. Ma soprattutto l’ulteriore indebolimento del personale sanitario causato da pensionamenti anticipati, burnout e demotivazione, licenziamenti volontari, mancata stabilizzazione dei precari e fuga verso il privato lasciano sempre più scoperti settori chiave del SSN, in particolare i Pronto Soccorso, la specialistica e i medici di medicina generale che in massa stanno andando in pensione senza essere sostituiti se non in minima parte. Per far fronte alla domanda di personale le regioni ricorrono così alle cooperative di servizi, reclutamento di medici in pensione e chiamate di medici dall’estero, porfessionisti a gettone. Emergono con più chiarezza l'analfabetismo digitale di professionisti sanitari e cittadini; i gravi problemi scaturiti dalla legge delega sugli appalti pubblici; la vetustà delle strutture sanitarie e delle tecnologie, anche in termini energetici, ecc.;
  • lo strumento costituzionale dei LEA - che si è supposto erroneamente di definire una tantum il 2001 per poi essere ripreso solo il 2017 capendo così ben poco di come siano i livelli assistenziali suscettibili di cambiamento, anche radicale (vd.pandemia)- sta per raggiungere la sua estinzione. I dati raccolti da GIAMBE "Report regionalismo differenziato”, documentano , infatti, la persistenza di inaccettabili diseguaglianze tra i 21 sistemi sanitari regionali, sia nell’offerta di servizi e prestazioni sanitarie sia negli esiti di salute. Di conseguenza, l’attuazione delle maggiori autonomie richieste dalle Regioni con le migliori performance sanitarie è inevitabilmente destinata ad amplificare le diseguaglianze di un SSN, oggi universalistico ed equo solo sulla carta. I princìpi fondanti del SSN si sono già dissolti senza alcun ricorso all’autonomia differenziata, ma solo in ragione della competenza regionale concorrente in tema di tutela della salute, una avanzata privatizzazione dei servizi essenziali con tanto di incentivi fiscali alla sanità privata e, in particolare, a favore del privato assicurativo, della sanità sostitutiva e del mutualismo; una cronica mancanza di personale pubblico e modalità eccessiva di utilizzo della libera professione.

Link: Volantino manifestazione nazionale 24 giugno 2023

Per la Redazione - Serena Moriondo