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Copertina Dossier OiI primi impatti che la forte spinta inflattiva registrata fra il 2021 e il 2022 ha avuto sulle scelte dei consumatori è raccontata nell'ultima edizione dello studio semestrale dell'Osservatorio Immagino (Oi) che in questa dodicesima edizione oltre all'analisi dei fenomeni di consumo, presenta anche due approfondimenti legati alla sostenibilità in etichetta e al packaging green 

Quest'edizione nasce dal confronto tra i prodotti della banca dati frutto del Servizio Immagino a giugno 2022 e i prodotti in vendita nella grande distribuzione rilevati da NielsenIQ. Il paniere analizzato da Oi conta quasi 130 mila prodotti e ha generato, fra giugno 2021 e giugno 2022, un giro d’affari di oltre 41 miliardi di euro, pari all’82,3% del sell-out totale realizzato da ipermercati e supermercati italiani. 

 I comportamenti e gli atteggiamenti nei confronti del consumo sono sempre più articolati, non più sintetizzabili e correlabili all’età, al livello di istruzione, alla classe di reddito, alle aree geografiche. Le persone sono oggi più "liquide" e hanno atteggiamenti diversi a secondo di un numero di variabili molto ampio; per comprenderli meglio, bisogna aggregarli in specifiche “comunità di sentire”.

Così facendo, il quadro diventa più articolato, ma anche esaustivo per comprendere che non ci comportiamo nella stessa maniera. Il valore emotivo che attribuiamo a quello che compriamo può essere molto diverso, l’esperienza di consumo (intesa come preparazione del cibo e sperimentazione) può determinare l’apertura verso il nuovo o il totale disinteresse, il rapporto con la tradizione e con le origini può essere un preciso criterio di scelta. Del resto il 54% degli italiani ritiene che bisogna scegliere con cura i prodotti che si comprano e si consumano. E il 42% vuole sapere cosa mangia, ritenendo che conoscere il luogo di produzione sia fondamentale.

Foto fastfood hamburgherMa c’è anche chi considera il cucinare una perdita di tempo che ostacola il vivere “in velocità”, o chi adora mostrare quanto acquistato magari in modo impulsivo. Insomma l’attività di acquisto e consumo continua a essere importante per il cittadino consumatore, con declinazioni e coinvolgimenti molto diversi.

In merito ai due approfondimenti:

- sostenibilità in etichetta: la sostenibilità, in tutte le sue sfaccettature, si è confermata anche nel 2021 uno dei temi più significativi e pervasivi nel mondo del largo consumo in Italia. Ormai un prodotto su quattro presenta in etichetta un claim che ne comunica l’attenzione e l’impegno sul fronte del miglioramento dell’impatto ambientale. Sono, infatti, oltre 32,7 mila i codici rilevati che presentano sulla confezione almeno uno dei 35 claim, certificazioni volontarie e bollini europei individuati dall’Osservatorio Immagino e suddivisi tra quattro aree tematiche: management sostenibile delle risorse, agricoltura e allevamento sostenibili, responsabilità sociale, rispetto degli animali.

Foto confezioni sostenibili 3- indicazione sulla riciclabilità della confezione : è sempre più presente sulle confezioni dei prodotti di largo consumo venduti in Italia. Oggi, oltre un prodotto su tre venduto in supermercati e ipermercati comunica esplicitamente al consumatore come gestire le confezioni dopo l’uso o il consumo. Ma la percentuale di prodotti di largo consumo venduti in packaging riciclabili è di fatto maggiore visto che in molti casi (tipicamente per le confezioni in vetro) non viene comunicata sulle etichette.

Nel corso del 2021 è aumentata la percentuale di quelli in cui la confezione è totalmente o largamente riciclabile (84,4% della numerica) ed è diminuita quella dei prodotti con packaging non valorizzabili tramite la raccolta differenziata (4,2%), a conferma dell’impegno delle aziende del largo consumo sul fronte della sostenibilità degli imballi. Al primo posto c’è ancora una volta il freddo: non solo è il comparto in cui viene maggiormente comunicata la riciclabilità del prodotto (60,2% dei prodotti) ma anche quello in cui quest’indicazione è maggiormente cresciuta (+9,9 punti percentuali in un anno). Segue l'ortofrutta con il  48,3%.

Foto raul gonzalez escobar ZpIskW1Tuvc unsplashInfine, con quest’edizione, l’Osservatorio Immagino ha avviato una nuova tipologia di analisi con l’obiettivo di verificare l’esistenza di tendenze trasversali che accomunino o distinguano i prodotti rilevati a seconda della loro occasione di consumo (colazione, pasti primi e secondi piatti, sia basici sia di servizio e fuoripasto, esclusi petfood e cibi per l’infanzia) classificandoli in cinque aree tematiche: • Benessere: dove sono confluite le richieste che hanno come  affinità la ricerca di uno stato armonico di salute; • Salutismo: con i claim affini alla necessità di preservare uno stato di salute; Naturalità: coi claim affini alla ricerca di qualità correlata a ciò che è più sano perché naturale e genuino; Sicurezza: raccoglie i claim affini alla ricerca di qualità correlata a ciò che è più sicuro perché appartenente a una filiera tracciata.; Italianità: ossia i claim affini alla ricerca di qualità correlata a ciò che è più sicuro perché italiano.

In estrema sintesi: innanzitutto, ognuno di questi mondi ha dimostrato di essere importante in modo diverso a seconda dell’occasione di consumo analizzata. Tra le tendenze di consumo più interessanti: per la prima colazione emergono quattro tematiche che hanno visto aumentare le vendite nel corso del 2021. Sono le aree relative a salutismo, filiera, naturalità e benessere. Per i primi piatti prevalgono il bisogno di benessere, sicurezza, salutismo e naturalità; per i secondi piatti emergono tre filoni valoriali trainanti: la sicurezza, il salutismo e il benessere. Per i fuoripasto il ruolo centrale lo assume il salutismo. 

Per una lettura completa del Rapporto "Le etichette raccontano i consumi degli italiani"

 Per la Redazione - Serena Moriondo