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FOTO Diventerò un giardinoApriamo un'altra finestra sulle città per scoprire percorsi sperimentali, buone pratiche di coinvolgimento dei cittadini in azioni di trasformazione urbana sostenibile. Proposte concrete su spazi interni, esterni, luoghi abbanonati o molto frequentati, luogi pubblici o privati, che trovano nuove vocazioni per aprirsi. Aiutateci in questo percorso, segnalandoci - all'indirizzo di posta elettronica  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - le buone pratiche realizzate nel vostro quartiere, borgo, città. 

Partiamo dal comprendere la potenzialità di ciò che è costruito, spazi già esistenti e localizzati in aree vitali delle città, a volte alberati, spesso degradati o inutilizzati, spazi verdi che diventano: giardini e orti.

L’isolamento richiesto a causa della pandemia, ha visto un diverso uso del verde privato, con giardini e balconi delle abitazioni che hanno rappresentato in città un contatto con la natura. Questo periodo, oltre alle iniziative a favore della mobilità sostenibile, sembrerebbe aver aumentato la consapevolezza nella necessità di migliorare e incrementare gli spazi verdi.

Foto viale alberato 2Per conoscere lo stato del verde urbano ci viene in aiuto la “Rilevazione Dati ambientali nelle città” che l’Istat ha pubblicato il 25 febbraio di quest’anno (dati 2019) relativi ai 109 comuni capoluogo provinciali e metropolitani. I dati hanno l’obiettivo di fornire un quadro informativo sullo stato dell'ambiente urbano e delle attività poste in essere dalle amministrazioni per assicurare la buona qualità dell'ambiente nelle città. La rilevazione si articola in sette aree d’indagine: Aria, Acqua, Energia, Mobilità, Rifiuti, Rumore e Verde urbano. In merito a quest’ultimo tema viene esplorato il verde urbano a gestione pubblica, alle azioni per lo sviluppo degli spazi verdi e aree naturali protette; strumenti di pianificazione relativi alle principali tematiche ambientali urbane.

Qualche dato relativo ai Comuni capoluogo di regione:

  • nel 2019, a fronte di 435mila nascite e per ciascun minore adottato, sono stati messi a dimora 74.116 nuovi alberi (copertura 17,03%)
  • il numero di alberi conteggiati va da 246.374 di Milano ai 747 di Potenza, ma se si guarda quanti alberi ci sono per 100 abitanti, secondo l’ultimo censimento disponibile, si scopre che la città con più alberi procapite è Perugia (29,1), quella con meno alberi è Potenza (1,1)
  • altro scenario se guardiamo alla disponibilità di verde urbano complessivamente inteso (mq per abitante): si va dai 399,50 di Trento ai 9,20 di Bari
  • il capoluogo con la percentuale più alta di orti urbani è Bologna (1,93), ultime Roma, Cagliari e Catanzaro
  • in quanto a densità di verde urbano, cioè di incidenza percentuale sulla superficie comunale troviamo in testa Trento (30,40), Torino (15,26), Trieste (14,65), ultime in classifica L’Aquila (0,40), Campobasso (1,04), Bari (2,48).

Su complessivi 109 Comuni capoluogo di provincia e città metropolitana, al 31.12.2019, solo 50 hanno provveduto alla pubblicazione del Bilancio arboreo (L.10/2013) e solo 86 hanno effettuato il monitoraggio dal rischio di cedimento delle alberature. Inoltre, sono ancora pochi i Comuni che aggiornano periodicamente il Catasto delle alberature (Campobasso non lo ha mai fatto; Genova l’ultimo aggiornamento lo ha fatto nel 1999; l’ultimo anno di aggiornamento risalente al 2019 riguarda la minoranza dei capoluoghi). Link: Tavola_Verde_urbano_2019_capoluoghi_di_regione.pdf

foto albero in autunnoGli alberi ed il verde urbano, sia in spazi pubblici che privati, producono numerosi servizi ecosistemici per la cittadinanza, contribuendo a ridurre l’inquinamento ed il rumore, migliorando il microclima e perfino incidendo sul bilancio energetico delle nostre case, con positivi effetti sui cambiamenti climatici. Le piante, compresi cespugli e siepi, come ci ricorda il WWF, devono quindi essere tutelate, valorizzate e gestite con cura, incrementandone la presenza dove possibile. Effettuare potature in piena primavera o in estate, o peggio interventi di capitozzatura e stroncatura degli esemplari arborei nel tentativo di eliminare alla radice il pericolo di crolli o, probabilmente, per ridurre le spese, significa compromettere la vita stessa dell’albero nonché limitare l’habitat di insetti, mammiferi, uccelli.Foto potatura alberi 2

Le isole urbane da sole però non sono sufficienti se non sono collegate tra loro. Dunque se è fondamentale piantare alberi e creare nodi verdi all’interno delle città, è anche cruciale che il verde urbano non sia frammentato, ma che le isole siano collegate tra loro da corridoi verdi. I corridoi verdi a terra o sulle chiome degli alberi consentono agli animali di muoversi all’interno del verde urbano, permettendo loro di avere a disposizione risorse maggiori e favorendo la biodiversità. Inoltre, una corretta gestione del verde rappresenta un modo per rendere le nostre città più belle oltre che un modo per risparmiare denaro poiché una buona cura fa evitare di spendere denaro pubblico per successivi interventi riparatori e nuove piantumazioni. Argomento, quest'ultimo,  che richiederebbe uno spazio dedicato considerato che non tutte le piante si adattano allo stesso modo all’ambiente urbano e, in ogni caso, e la capacità degli alberi di fare ombra, mitigare le piogge, assorbire CO2 e inquinanti è infatti molto variabile da una specie all’altra.

E, dal riconoscimento di tutti questi aspetti, oltreché come sorta di compensazione per tutte le perdite boschive avute e gli incendi avvenuti in tutto il mondo, sono nate iniziative per incrementare il numero degli alberi. Tra queste, troviamo l’iniziativa nata nel 2019 chiamata “60 milioni di alberi”, ovvero più o meno uno per ogni abitante in Italia (appello promosso dal presidente di Slow Food Carlo Petrini, da Stefano Mancuso, scienziato e direttore di International Laboratory for Plant Neurobiology e dal vescovo di Rieti e di Amatrice Domenico Pompili, anche a nome delle Comunità “Laudato Si’”, l’enciclica che ha incitato a un cambio di passo su ambiente e clima. L’Università Sapienza di Roma in collaborazione con il Municipio II e la ex Dogana, nel 2017 ah avviato il progetto chiamato “Bosco temporaneo San Lorenzo”. La ricerca propone lo studio per la realizzazione di un green network nell’area test di San Lorenzo che colleghi attraverso “strade verdi” gli spazi nodali del quartiere, tra questi lo Scalo di San Lorenzo, sull’esempio delle esperienze berlinesi come il Parco Südgelände.

Quindi, il dato fondamentale è che, una volta realizzate, queste piantumazioni abbiano chi se ne prende cura (Interessante su Science l'articolo  “The natural capital of city trees” di Katherine J. Willis e Gillian Petrokofsky, che richiama l’attenzione sul verde urbano come prezioso capitale naturale, riassumendo i vantaggi in chiave ecologista della presenza degli alberi e indicando quelli che sono più o meno validi sotto vari punti di immagine rilevamento green streetsvista). Per rilevare in maniera scientifica il tasso ecologico delle città, il Senseable City Lab ha deciso di censire tutti gli alberi piantati nelle grandi città, creando “Treepedia”, l’enciclopedia degli alberi, una piattaforma  il cui compito è quantificare la percentuale di copertura degli alberi nelle immagini di paesaggi stradali con un alto grado di precisione. Link: Progetto_Green_streets.pdf

L’attenzione alle aree verdi e al vivere immersi nella natura ha portato anche, da qualche anno, al boom degli orti urbani, un fenomeno diffuso e in espansione non solo in Italia. L’Istat, nella sua consueta rilevazione sull’ambiente urbano, ha evidenziato che, negli ultimi cinque anni gli orti urbani messi a disposizione dagli enti locali in diverse regioni italiane hanno registrato una crescita di oltre il 18%, superando i 2,1 milioni di metri quadrati.  Ogni amministrazione applica parametri e sistemi diversi per la concessione degli orti pubblici: ci sono comuni che li danno in uso annuale in cambio di un piccolo canone dopo averli recintati e attrezzati con acqua e piccolo riparo per gli attrezzi, altri che li riservano solo a certe fasce di età. Altri ancora che aprono veri e propri bandi per le assegnazioni con quote di canone che cambiano a seconda del reddito e dell’età. Non è certo un fenomeno nuovo, basta ricordare i tempi di guerra quando nelle città si diffusero gli orti per garantire approvvigionamenti alimentari ma, oggi giorno, questa pratica consente di recuperare dei terreni che altrimenti finirebbero in disuso. L’orto urbano è anche una modalità per incentivare i rapporti sociali tra cittadini e un ottimo Foto orto comune Niguardametodo per avvicinare i più giovani alla natura.

Esistono differenti tipologie di orti: comunali, scolastici, aziendali, sociali, ecc.

Esempi di buone pratiche: la città di Milano ha attivato progetti di orto urbano dal nome ColtivaMi e Giardini Condivisi, rivolti rispettivamente alla coltivazione di spazi comunali e alla riqualificazione di aree degradate della città. La città di Bologna ha sperimentato la creazione di un orto urbano con il bando di concorso Ortipertutti il cui obiettivo era quello di creare spazi coltivabili di piccole e medie dimensioni. I criteri per la vittoria del bando prevedevano il rispetto delle norme di riciclo, accessibilità e valorizzazione della biodiversità. Il primo community garden di Firenze ha il nome di Orti Dipinti, un’ex pista di atletica convertita ad area verde per il giardinaggio, la coltivazione e lo sviluppo della sostenibilità. Nel 2017 nasce OeMe la Rete Metropolitana degli Orti Urbani di Torino (2.000.000 metri quadrati di orti e aree agricole urbane) che raccoglie le esperienze attive sul territorio con l'obiettivo di aumentare la visibilità delle singole realtà, favorire il confronto e la condivisione di saperi e progetti. Anche all’estero vi sono esempi di successo come Prinzessinnengarten a Berlino (6.000 mq uno dei giardini/orti urbani più grandi al mondo) e Todmorden in Gran Bretagna, dove l’amministrazione cittadina è stata stimolata a creare più orti comunali al fine di rendere Todmorden una località autosufficiente nella produzione di cibo. A Parigi una legge obbliga gli edifici pubblici e i grattacieli commerciali a dotarsi di uno spazio verde, a Tokyo invece gli orti si coltivano nell’ex fabbrica di floppy disk Toshiba, a New York è stato realizzato un grande parco rubano con un orto lungo una ex linea ferroviaria.

Per quanto riguarda orti aziendali, le Aziende come Pepsi e Toyota hanno scelto di mettere a disposizione uno spazio green all’interno dell’azienda; Microsoft attraverso il corporate garden incentiva il lavoro di gruppo e tenta di ridurre lo stress,

Foto orti scolastici bambini 3Nelle scuole, grazie agli orti scolastici, i giovani apprendono sul campo il ciclo di vita naturale, sperimentando divertenti attività di gruppo e soprattutto apprendendo informazioni sulla corretta alimentazione.

L’orto sociale vede per lo più associazioni di cittadini che si prendono cura del territorio, dando nuova destinazione alle aree abbandonate, è il caso dell’Associazione OrtoComuneNiguarda, tramite un progetto partecipativo ha realizzato un orto-giardino comunitario, il cui scopo è creare coesione sociale intorno al tema della salvaguardia della terra, dell’agricoltura sostenibile e della produzione di cibo locale di qualità.  

Foto orto comune Niguarda 2L’orto è situato entro i confini di ParcoNord, quindi sotto vincolo ambientale, su un’area che il Comune di Milano ha affidato al Parco appositamente per la realizzazione del progetto. A differenza dei piccoli orti dati in concessione a privati cittadini, nel grande orto di 4800 mq, tutti i processi – dalla progettazione delle stanze, alla scelta delle piante, alla raccolta e distribuzione dei prodotti – sono condivisi tra tutti i soci.

Per la Redazione - Serena Moriondo