contattaci2
Chiamaci: 06 441 146 25
Scrivici una e-mail
area riservatacerca
cercaarea riservata
logo rigenerazioni NEWS 800x100 trasparente
Foto Rossella Muronidi Rossella Muroni
 
Accelera il consumo di suolo in Italia, con un aumento di oltre il 10%. I nuovi dati del rapporto 'Il consumo di suolo in Italia 2023' - da quest'anno pubblicato dal Snpa (Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente) dopo 10 anni in cui ci aveva pensato l'Istituto superiore per la protezione ambientale (Ispra) - lanciano l'ennesimo allarme sulla fragilità dei Comuni italiani che, al ritmo di 2,4 metri quadrati al secondo, si sono mangiati altri 77 km quadrati di territorio del nostro Paese.
 
Tra i Comuni virtuosi - che risparmiano quindi suolo - Ercolano in Campania con 0,2 ettari consumati in più nel 2022 (tra quelli con più di 50mila abitanti), Montale in Toscana con 'zero' ettari in più (tra i Comuni medi), e San Martino Siccomario in Lombardia con 0,2 ettari in meno (tra i Comuni con meno di 10mila abitanti). Tra le città metropolitane risparmiano suolo Genova, Reggio Calabria, e Firenze.
Al 2022 la copertura artificiale si estende per oltre 21.500 kmq, pari al 7,14% del suolo italiano. I cambiamenti dell'ultimo anno si concentrano in alcune aree del Paese: nella pianura padana, nella parte lombarda e veneta, tutta la costa adriatica, in particolare in alcuni tratti del litorale romagnolo, marchigiano e pugliese. Alla perdita di suolo si collega anche la perdita di tutti i servizi ecosistemici: i 'costi nascosti' di questa 'assenza' raggiungono "i 9 miliardi di euro ogni anno" tra il 2006 e il 2022".
 
Considerando il consumo di suolo totale dell'ultimo anno, più del 35% (più di 2.500 ettari) si trova poi in aree a pericolosità sismica alta o molta alta. Il consumo di suolo "incide anche sull'esposizione della popolazione al rischio idrogeologico: sono oltre 900 gli ettari di territorio resi impermeabili in un solo anno nelle aree a pericolosità idraulica media". Il 7,5% (quasi 530 ettari) è nelle aree a pericolosità da frana. La logistica e la grande distribuzione organizzata nel 2022 "toccano il massimo dal 2006, con un picco di crescita superiore ai 506 ettari concentrato nel Nord-Est del Paese, con oltre 1.670 ettari (il 5,8% del totale del consumo di suolo dell'area), seguito dal Nord-Ovest con 1.540 ettari (6,1%) e il Centro (940 ettari, 4,7%). Le grandi infrastrutture rappresentano l'8,4% del consumo totale, mentre gli edifici realizzati su suoli che nel 2021 erano agricoli o naturali sfiorano i 1.000 ettari (14% delle nuove superfici artificiali). Per piazzali, parcheggi, e aree pavimentate si sono consumati 950 ettari (13,4%); mentre le aree estrattive consumano 380 ettari di suolo in un anno (5,4% del totale). Per l'installazione a terra di impianti fotovoltaici si sono resi necessari "quasi 500 ettari di terreno, 243 dei quali rientrano nella classificazione europea di consumo di suolo".
 
Secondo il nuovo rapporto "le città diventano sempre più calde" anche per via del consumo di suolo: "nei principali centri urbani italiani la temperatura cresce all'aumentare della densità delle coperture artificiali, raggiungendo nei giorni più caldi valori compresi tra 43 e 46 gradi centigradi nelle aree più sature e seguendo andamenti diversi a seconda delle caratteristiche del territorio circostante. In media, la differenza di temperatura del suolo nelle aree urbane di pianura rispetto al resto del territorio è di 4 gradi d'estate con massime di 6 gradi a Firenze e di oltre 8 gradi a Milano".