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Infografica consumo di suolo 2023L’edizione 2023 del Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” realizzata dall'ISPRA è la decima dedicata a questi temi e fornisce il quadro aggiornato dei processi di trasformazione del nostro territorio, che continuano a causare la perdita di una risorsa fondamentale, il suolo, con le sue funzioni e i relativi servizi ecosistemici.
Curatore del Rapporto è il dirigente dell'Ispra, Michele Munafò, componente del Comitato Scientifico dell'Associazione Nuove Ri-Generazioni.
 
Il Rapporto analizza l’evoluzione del territorio e del consumo di suolo all’interno di un più ampio quadro di analisi delle dinamiche delle aree urbane, agricole e naturali ai diversi livelli, attraverso indicatori utili a valutare le caratteristiche e le tendenze del consumo, della crescita urbana e delle trasformazioni del paesaggio, ma anche dell’evoluzione, della distribuzione e delle caratte- ristiche della vegetazione, fornendo valutazioni sull’impatto della crescita della copertura artificiale del suolo, con particolare attenzione alle funzioni naturali perdute o minacciate.
 
Infografica Consumo del suolo 2022 ItaliaIl monitoraggio rileva un continuo e significativo incremento delle superfici artificiali, con un aumento della densità del costruito a scapito delle aree agricole e naturali, unitamente alla criticità delle aree nell’intorno del sistema infrastrutturale, più frammentate e oggetto di interventi di artificializzazione a causa della loro maggiore accessibilità e anche per la crescente pressione dovuta alla richiesta di spazi sempre più ampi per la logistica. I dati confermano l’avanzare di fenomeni quali la diffusione, la dispersione, la decentralizzazione urbana da un lato e, dall’altro, la forte spinta alla densificazione di aree urbane, che causa la perdita di superfici naturali all’interno delle nostre città, superfici preziose per assicurare l’adattamento ai cambiamenti climatici in atto.
 
Tali processi riguardano soprattutto le aree costiere e le aree di pianura, mentre al contempo, soprattutto in aree marginali, si assiste all’abbandono delle terre e alla frammentazione delle aree naturali. La valutazione del degrado del territorio, strettamente legata alla perdita di servizi ecosistemici che un suolo sano è in grado di offrire, permette di avere un quadro completo dei fenomeni che impattano sulle funzioni del suolo e che limitano la capacità di “combattere la desertificazione, ripristinare terreni degradati e suolo, compresi i terreni colpiti da desertificazione, siccità e inondazioni, per realizzare la neutralità del degrado del territorio (Land Degradation Neutrality - LDN)” e di “far diventare più inclusive, sicure, resilienti e sostenibili le città” entro il 2030, come previsto dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti dall’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

Gli ultimi dati ci mostrano che, purtroppo, il consumo di suolo non solo da due anni non rallenta più, ma nel 2022 accelera bruscamente e torna a correre a ritmi che, in Italia, non si vedevano da più di 10 anni. I fenomeni di trasformazione del territorio agricolo e naturale in aree artificiali hanno così sfiorato i 2,5 metri quadrati al secondo e riguardato quasi 77 chilometri quadrati in un solo anno, il 10% in più rispetto al 2021. Si tratta certamente di un ritmo non sostenibile che dovrebbe far riflettere circa l’efficacia delle misure intraprese negli ultimi sedici anni per il contenimento di questo fenomeno e sull’urgenza di un quadro normativo di riferimento che riesca a porre freno in maniera decisa alla grave e prolungata perdita di suoli fertili e ricchi di biodiversità. 

Le città diventano sempre più calde: nei principali centri urbani italiani, la temperatura cresce all’aumentare della densità delle coperture artificiali, raggiungendo nei giorni più caldi valori compresi tra 43 e 46 °C nelle aree più sature e seguendo andamenti diversi a seconda delle caratteristiche del territorio circostante. In media, la differenza di temperatura del suolo nelle aree urbane di pianura rispetto al resto del territorio è di 4°C d’estate con massime di 6°C a Firenze e di oltre 8°C a Milano.

Ma il consumo di suolo incide anche sull’esposizione della popolazione al rischio idrogeologico, oltre 900 – in un solo anno – gli ettari di territorio nazionale reso impermeabile nelle aree a pericolosità idraulica media, e provoca la costante diminuzione della disponibilità di aree agricole eliminando in 12 mesi altri 4.500 ettari, il 63% del consumo di suolo nazionale.

Questi i costi nascosti ad oggi dovuti alla perdita dei servizi ecosistemici ricalcolati in base ai nuovi dati: 9 miliardi di euro ogni anno a causa della perdita di suolo rilevata tra il 2006 e il 2022.

Infografica ISPRA consumo del suolo 4Le classi adottate per la descrizione del consumo di suolo afferiscono alla componente di copertura del suolo di “Superfici artificiali ed edifici” di EAGLE della rete Europea Eionet. In particolare si tratta di: a) suolo consumato permanente che include strutture sia verticali (come edifici e fabbricati), che orizzontali (come infrastrutture stradali, piazzali e altre aree pavimentate), che comportano l’impermeabilizzazione e la compromissione irreversibile della risorsa suolo e delle relative funzioni ecosistemiche; b) suolo consumato reversibile che si verifica in aree in cui le superfici e i materiali naturali possono essere alterati, rimossi o sostituiti a seguito del verificarsi di interventi antropici che portano a coperture artificiali non impermeabili o ad azioni come compattazione, escavazione, stoccaggio di materiali. Le classi del consumo di suolo reversibile sono caratterizzate da condizioni di reversibilità molto diverse tra loro, in primo luogo per il tempo di recupero complessivo dei suoli (nella maggior parte dei casi molto lungo), ma anche per il diverso effetto transitorio e per la reale fattibilità del processo di rinaturalizzazione. Va sottolineato, infatti, che anche il consumo reversibile inibisce servizi ecosistemici cruciali, e che va sempre considerata la perdita di funzioni per tutto il periodo che precede l’effettivo e completo recupero.

Secondo il Presidente Ispra, Stefano Laporta: "Un consistente contenimento del consumo di suolo, per raggiungere presto l’obiettivo europeo del suo azzeramento, è la premessa, quindi, per garantire una ripresa sostenibile dei nostri territori attraverso la promozione del capitale naturale e del paesaggio, la riqualificazione e la rigenerazione urbana e l’edilizia di qualità, oltre al riuso delle aree contaminate o dismesse."

Infografica ISPRA consumo del suolo 3Il Rapporto, le cui attività di monitoraggio a monte sfruttano ampiamente le potenzialità del programma Europeo di osservazione della
Terra Copernicus che, secondo il Regolamento UE n.377/2014 “fornisce informazioni sullo stato dell’atmosfera, degli oceani, del territorio, a sostegno delle politiche di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici e della gestione delle emergenze e della sicurezza civile” rappresenta uno strumento indispensabile pei Comuni e le Città Metropolitane per rivedere anche le previsioni di nuove edificazioni presenti all’interno dei piani urbanistici e territoriali già approvati.

L'Associazione Nuiove Ri-Generazioni ha dedicato un saggio al possibile impiego delle informazioni provenienti dal sistema Copernicus. Parlare del contributo che queste tecnologie e queste ricerche possono dare alla nostra vita quotidiana potrebbe apparire “fuori dalla nostra portata”, ma non è così. Disporre, infatti, di informazioni aggiornate e affidabili è fondamentale per poter delineare le strategie, stabilire gli obiettivi, e prendere decisioni consapevoli in ogni ambito: dall’economia sostenibile, alle azioni a tutti i livelli per mitigare i cambiamenti climatici, fino ai programmi di resilienza e tutela del territorio e delle infrastrutture necessari per garantire la tutela della salute e il nostro futuro che possono essere oggetto di confronto e contrattazione locale a maggiore garanzia dei cittadini ("COPERNICUS, dallo spazio un aiuto alla Terra", 21.10.2021).

I dati aggiornati al 2022, prodotti a scala nazionale, regionale e comunale -  grazie ad un vero e proprio Sistema a rete che fonde in una nuova identità quelle che erano le singole componenti del preesistente Sistema delle Agenzie Ambientali, che coinvolgeva le 21 Agenzie Regionali (ARPA) e Provinciali (APPA), oltre a ISPRA -  sono in grado di rappresentare anche le singole trasformazioni individuate con una grana di estremo dettaglio.
Allo scopo di rendere i dati fruibili e accessibili da parte  di una platea sempre più ampia di soggetti, accanto al consueto rapporto annuale, ISPRA ha introdotto l’EcoAtl@nte, uno strumento di divulgazione che permette di accedere alle principali informazioni ambientali raccolte nell’ambito del Sistema Informativo Nazionale Ambientale (SINA), attraverso una rappresentazione cartografica dei dati, integrata da testi sintetici e altre informazioni grafiche, con l’obiettivo di consentirne una consultazione immediata e interattiva.
 
Per la Redazione - Serena Moriondo