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Copertina VIII Rapporto LItalia e lo sviluppo sostenibile 2023 ASVISL’ottava edizione del Rapporto annuale dell’ASviS “L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile illustrata oggi dal Direttore scientifico dell'Alleanza, Enrico Giovannini, contiene importanti novità dovute al fatto che l’Agenda 2030, punto di riferimento del lavoro dell’Alleanza, è giunta ormai a metà strada tra la sua approvazione nel settembre 2015 da parte di tutti i Paesi dell’Onu e la scadenza alla fine del decennio.

"Un famoso proverbio, adatto alla situazione in cui ci troviamo - ha spiegato Giovannini - recita: 'Non c’è vento favorevole per chi non sa in quale porto vuole andare'. Ebbene, il Rapporto mostra chiaramente come in questi otto anni l’Italia non abbia scelto in modo convinto e deciso l’Agenda 2030 come mappa per realizzare uno sviluppo pienamente sostenibile".

E ciò nonostante il Presidente Mattarella abbia avuto modo di intervenire su questo tema affermando che “Tante discussioni sulla fondatezza dei rischi, sul livello dell’allarme, sul grado di preoccupazione che è giusto avere per la realtà che stiamo sperimentando, appaiono sorprendenti. Occorre assumere la piena consapevolezza che siamo in ritardo. Bisogna agire, cercando di incrementare l’impegno a salvaguardia dell’ambiente e per combattere le cause del cambiamento climatico”. Solo poche settimane fa, anche Papa Francesco, nella sua Esortazione Apostolica Laudate Deum, ha scritto “Poniamo finalmente termine all’irresponsabile presa in giro che presenta la questione come solo ambientale, ‘verde’, romantica, spesso ridicolizzata per interessi economici. Ammettiamo finalmente che si tratta di un problema umano e sociale in senso ampio e a vari livelli. Per questo si richiede un coinvolgimento di tutti”.

La frammentazione diplomatica e politica che stiamo vivendo rende ovviamente più difficile raggiungere una sintesi che possa portare ad accordi internazionali per far avanzare l’Agenda 2030, anche se le Nazioni Unite e le altre organizzazioni globali non stanno abbassando il livello di ambizione per potenziare i tavoli multilaterali. Il recente Rapporto del Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, sottolinea che non c’è alcuna speranza di avere risultati diversi se non trasformiamo il sistema economico in cui viviamo in chiave sostenibile. Per raggiungere questo risultato identifica cinque iniziative urgenti che i Governi devono intraprendere:
  • accelerare l’azione “trasformativa e sistemica” nei prossimi sette anni, sia a livello nazionale sia internazionale;

  • promuovere politiche e azioni mirate a sradicare la povertà, ridurre le disuguaglianze e porre fine alla “guerra alla natura”;

  • inserire le azioni concrete per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) tra i punti centrali della pianificazione degli investimenti;

  • realizzare l’Agenda d’Azione di Addis Abeba e mobilitare le risorse e gli investimenti necessari ai Paesi in via di sviluppo per raggiungere gli SDGs;

  • rafforzare la capacità multilaterale per affrontare vecchie ed emergenti sfide.

Al fine di contribuire a realizzare queste azioni, il Segretario Generale dell’ONU ha convocato a settembre del 2024 il “Summit del Futuro”. Nelle intenzioni di Guterres, il vertice servirà a rafforzare le strutture delle Nazioni Unite e della governance globale al fine di affrontare con maggiore consapevolezza le sfide presenti e future. L’obiettivo principale è quello di stipulare un “Patto per il futuro” per avanzare a passo spedito verso la realizzazione dell’Agenda 2030 e preparare cambiamenti importanti della politica globale.

IL RAPPORTO

Il documento, di 236 pagine, è composto da quattro capitoli: 1. L'Agenda 2030 a metà strada; 2. L'Unione europea e l'Agenda 2030; 3. Il cammino dell'Italia verso l'attuazione dell'Agenda 2030: a che punto siamo?; 4. Le grandi trasformazioni per attuare l'Agenda 2030 in Italia: le proposte dell'ASviS e da un'Appendice

Importante innovazione di quest’anno è rappresentato dal fatto che il Rapporto è corredato da un'ampia Sintesi che include un insieme di proposte che configura un programma di riforme e interventi ampio e complesso, in grado di contribuire anche alla diffusione della cultura dello sviluppo sostenibile. Nella convinzione che è difficile leggere da capo a fondo un documento di oltre duecento pagine è stata poi realizzata una Guida, con un indice analitico articolato con 23 schede,  con nuove infografiche interattive, card facilmente divulgabili per raccontare i dati.  

Oltre a chiedere per l'Italia un impegno del Governo e del Parlamento verso la realizzazione di un Piano governativo di accelerazione per attuare l’Agenda 2030, l'attuazione della Strategia nazionale per orientare le politiche di settore allo sviluppo sostenibile, il potenziamento e l'approvazione del PNACC e del PNIEC e il varo di una Legge sul clima, nel Rapporto si propongono azioni che riguardano 13 linee di intervento:

contrastare la povertà, la precarietà e il lavoro povero, assicurare l’assistenza agli anziani non autosufficienti, redistribuire il carico fiscale per ridurre le disuguaglianze, gestire i flussi migratori e promuovere l’integrazione degli immigrati;

accelerare l’innovazione tecnologica, organizzativa e sociale del settore agricolo, potenziare la responsabilità sociale delle aziende agricole;

ottimizzare le risorse e l’organizzazione dei servizi sanitari, mitigare l’impatto della crisi climatica sulla salute, combattere il disagio psichico, le dipendenze e la violenza familiare e sociale;

migliorare la qualità degli apprendimenti, contrastare la dispersione, assicurare l’inclusione, potenziare i servizi per l’infanzia, educare allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza globale;

aumentare l’occupazione femminile, assicurare servizi e condivisione del lavoro di cura, prevenire e combattere le discriminazioni multiple;

mettere la protezione e il ripristino della natura al centro delle politiche, rispettare gli accordi internazionali, assicurare la tutela e la gestione sostenibile degli ecosistemi;

aumentare al massimo la produzione di energia elettrica rinnovabile e rendere più ambizioso il PNIEC;

ridurre la fragilità sul mercato del lavoro di donne, giovani e immigrati, potenziare le politiche attive e migliorare le condizioni di lavoro;

investire in infrastrutture sostenibili, orientare il sistema produttivo verso l’Industria 5.0, potenziare la ricerca e l’innovazione; 

migliorare il governo del territorio, investire nella rigenerazione urbana e nella transizione ecologica delle città e delle altre aree territoriali;

promuovere la sostenibilità ambientale e sociale nella Pubblica amministrazione, coinvolgere maggiormente i consumatori nell’adozione di comportamenti virtuosi;

migliorare il sistema giudiziario, sviluppare un’etica dell’Intelligenza Artificiale, rafforzare la partecipazione democratica;

promuovere la pace, rafforzare la coerenza delle politiche di assistenza allo sviluppo e migliorarne l’efficacia, assicurando la partecipazione della società civile alle scelte.

Particolarmente interessanti i contributi che sono pervenuti nel corso della presentazione, quali: "Lo sviluppo sostenibile nella Costituzione" a cura del giudice della Corte Costituzionale, Giulio Prosperetti; "Le banche centrali e la finanzia per lo sviluppo sotenibile" da parte del Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco; "I media e le sfide della sostenibilità" di cui hanno parlato due giornaliste, Marianna Aprile e Agnese Pini.

Assente il Governo che si è limitato ad inviare un video messaggio da parte della ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone la quale -  commentando il Rapporto - in tema di lavoro ha voluto ricordare che, pur apprezzando che nel documento si faccia riferimento al fatto che il salario minimo da solo non sia sufficiente, la posizione del Governo rimane quella che solo la qualità del lavoro è in grado di rappresentare la via maestra per dei veri miglioramenti retributivi e non l'introduzione per legge del salario minimo.

Introduzione e conclusioni sono stati realizzati a cura di Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini, Presidenti dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. Tra gli obiettivi raggiunti - hanno spiegato i due Presidenti - non si può non ricordare la storica riforma della Costituzione, con l’inclusione dei principi di tutela dell’ambiente anche nell’interesse delle future generazioni. Dall’altro lato, però, c’è la “dura realtà” che incombe: “Siamo lontani dal conseguire gli Obiettivi dell’Agenda 2030 e non siamo sul ‘sentiero giusto’”. Una sottolineatura importante che ci sprona a fare meglio e con rinnovato impegno.

Per rivedere la presentazione QUI

Per la Redazione - Serena Moriondo