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Copertina Report Osservatorio Isole minori 2023Sono iniziate le vacanze estive, in molti si stanno riversando sulle spiagge italiane, per molti la scelta vedrà protagoniste le isole della nostra penisola. Tra le tante, quelle di minori dimensioni, sono tra le più belle ma anche le più fragili.

Per valorizzare tale bellezza e conservare la biodiversità è stato calcolato per la prima volta l’indice di sostenibilità delle isole minori italiane: l'obiettivo è arrivare a cogliere a pieno le sfide della transizione ecologica in questi luoghi affascinanti e delicati.  

Nonostante dei timidi passi avanti, in Italia sulle isole minori la piena sostenibilità è ancora un traguardo lontano. Sono tanti i ritardi da colmare, molti gli obiettivi da raggiungere rispetto alla gestione dei rifiuti, della mobilità a zero emissioni, del ciclo delle acque, dell’energia da fonti rinnovabili e della lotta al consumo di suolo.

Questo, in sintesi, è quanto emerge dal V rapporto “Isole Sostenibili – Le sfide della transizione ecologica nelle isole minori curato dall’Osservatorio sulle isole minori di Legambiente e Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IIA) : su 27 piccole isole marittime abitate prese in esame in Italial’indice di sostenibilità medio – calcolato per la prima volta dall’Osservatorio tenendo conto delle performance legate a temi come consumo di suolo, rifiuti, acqua, energia, aree protette, mobilità e regolamenti edilizi – è pari al 40%. 

La fotografia scattata dall’Osservatorio indica quei settori di intervento su cui bisogna lavorare e accelerare il passo perché la transizione ecologica del Paese passa anche da questi territori.   

Foto isole tremitiGuardando alle singole isole:

- tra quelle più avanzate nel percorso di sostenibilità ci sono le isole Tremiti con un indice pari al 53%, seguite dalle Isole Egadi (Favignana, Marettimo, Levanzo), le Eolie (Lipari, Vulcano, Stromboli, Panarea, Filicudi e Alicudi), le Isole Pelagie (Lampedusa e Linosa) che raggiungono il 49%, e dall’isola di Capraia che si attesta al 47%. Segno che si sta puntando su politiche territoriali capaci di coniugare sostenibilità ambientale, innovazione e attenzione per il territorio.

In ritardo, invece, La Maddalena, con un indice pari al 21%, l’Isola d’Elba (26%) ed Ischia (29%). Isole quest’ultime che devono velocizzare il passo per recuperare il terreno rispetto alle consorelle più virtuose:

  • L'isola della Maddalena è in linea con gli obiettivi europei al 2012 per la raccolta differenziata sull’isola, mentre è ancora troppo elevata la produzione di rifiuti pro-capite che supera del 50% la media nazionale, attestandosi intorno ai 750 chilogrammi/abitante/anno. Troppo elevata anche la dispersione idrica che supera il 60% e diventa una delle priorità su cui intervenire in maniera prioritaria da parte dell’amministrazione e del gestore locale. Alto anche il tasso di motorizzazione sull’isola, sopra la media nazionale, almeno con il 40% circa della auto che rientra nelle classi emissive pari o superiori all’Euro5. Indietro nel tasso di produzione pro-capite di energia rinnovabile da fotovoltaico rispetto alla media nazionale, passaggio fondamentale per la transizione energetica dell’isola anche se interconnessa. Il consumo di suolo risulta contenuto, con la tendenza negli ultimi anni verso lo zero, e le aree a rischio idrogeologico coinvolte sono marginali.
  • L'isola d'Elba è la più grande tra le isole minori. Il suo territorio comprende sette Comuni: Portoferraio, Porto Azzurro, Capoliveri, Marciana, Marciana Marina, Rio, Campo nell'Elba. L’Isola d’Elba, insieme alle altre isole dell’arcipelago toscano fa parte di un Parco Nazionale molto importante per la conservazione della biodiversità e che presenta caratteristiche specifiche. Tuttavia, la performance di sostenibilità è decisamente da migliorare. Il dato sul consumo di suolo è sostanzialmente positivo in quanto risulta contenuto; ma se si considera il consumo di suolo in aree a rischio idrogeologico si evidenzia la prima criticità, anche se sono stati programmati interventi di riduzione del rischio idraulico in alcune zone dell’isola. La raccolta differenziata raggiunge il dato di riferimento europeo, ma non va molto oltre e si può considerare appena sufficiente, condizionata dalla scarsa performance del comune di Porto Azzurro (26%, mentre tutti gli altri Comuni si attestano intorno al 70). La produzione di rifiuti pro-capite però è decisamente troppo elevata, con il comune di Rio che è l’unico territorio che riesce a tenerla sotto controllo. Mentre la depurazione delle acque reflue è garantita interamente, sono ancora troppe le perdite di acqua potabile dalla rete, con una percentuale del 54%, un valore ben al di sopra della media nazionale. Il tasso di motorizzazione è leggermente superiore alla media delle isole minori. Si segnalano alcuni tentativi di destagionalizzare il turismo grazie ad eventi organizzati nella stagione di minor affluenza, anche in collaborazione con il Parco dell’Arcipelago Toscano. Il Comune di Marciana Marina ha aderito al progetto “BECome” di Legambiente, AzzeroCo2 e KyotoClub per la realizzazione di una Comunità Energetica Rinnovabile. Inoltre, nel 2021 l’Isola d’Elba ha presentato dopo un processo partecipato, il Manifesto di Sostenibilità dell’Isola d’Elba, una road map per diventare completamente sostenibili entro il 2035, incentrando lo sviluppo su un turismo delocalizzato e attento all'ambiente, una forte identità territoriale, la valorizzazione del paesaggio e "una rivoluzione sostenibile dei sistemi energetici, idrici e di raccolta dei rifiuti".
  • Nell'isola di Ischia la raccolta differenziata è molto indietro rispetto ai valori minimi accettabili e di conseguenza anche i rifiuti pro-capite prodotti sono sopra la non brillantissima media nazionale. Migliore la situazione per quanto riguarda la dispersione idrica, che va migliorata ma è ben al di sotto della media nazionale, mentre rimane da completare il trattamento dei reflui fognari. Il tasso di motorizzazione è ancora troppo alto, vicino ai valori medi nazionali – anche in questo caso decisamente poco performanti – mentre un terzo del parco auto circolante è di classe emissiva pari o superiore all’Euro5. Da implementare lo sviluppo delle rinnovabili sull’isola, dove il tasso pro-capite di fotovoltaico è ancora molto indietro rispetto alla media nazionale nonostante due regolamenti edilizi in due comuni isolani forniscano strumenti per poterli realizzare. Nota dolente per quanto riguarda il consumo di suolo, che riguarda mediamente un terzo della superficie isolana, di cui il 15% però è avvenuto in aree a rischio idrogeologico. Occorre dunque intervenire sullo stop al consumo di suolo accompagnato anche da azioni di de-impermeabilizzazione.

Foto isola la maddalenaLe isole minori, sistemi, chiusi, sono  il laboratorio ideale dove sperimentare la sostenibilità.  Dove applicare modelli innovativi necessari per  affrontare le sfide ambientali più urgenti e importanti che il mondo ha di fronte. In particolare le isole italiane trarrebbero un grande vantaggio da un sistema di sviluppo sostenibile: rappresentano un ecosistema vulnerabile, dentro uno scenario climatico che prevede rilevanti impatti legati all’aumento della temperatura dell’atmosfera e del  mare, e per le pressioni antropiche legate alla forte pressione turistica nei mesi estivi.

L'Osservatorio Isole Sostenibili - spiegano i promotori -  ha dunque l’obiettivo di contribuire a raccontare quanto sta avvenendo nelle isole minori italiane nei settori dell’energia, dell’acqua, dei rifiuti, della mobilità, e a stimolare con report, workshop, news e scambi di esperienze un’accelerazione nella spinta ad una transizione sostenibile di territori così delicati e affascinanti. (Fonte: Legambiente.it)

* Nelle foto in alto a destra uno scorcio delle isole Tremiti, in basso a sinistra de La Maddalena

Per la Redazione - Serena Moriondo