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foto iniziativa cnel 25 gennaio transizione greenIl 25 gennaio è stata presentata al CNEL, la ricerca del Centro Ricerche Enrico Fermi (CREF) dal titolo "La transizione ecologica: un'opportunità di sviluppo per l'Italia"  insieme all’Istituto di Economia della Scuola Superiore Sant’Anna e al Forum Disuguaglianze e Diversità . La ricerca nasce dall’attenzione che il centro studi ha dedicato negli ultimi anni alle Green Technologies, sviluppatesi dai primi anni Duemila a livello globale soprattutto nei settori dell’energia e dei trasporti.

Il Presidente del CNEL, Tiziano Treu, nel salutare i partecipanti ha ricordato che la transizione ecologica è una grande opportuità ma presenta anche diversi punti critici. All'interno del "XXIV Rapporto sul Mercato del Lavoro e la Contrattazione collettiva 2022"  il CNEL ha dedicato un apposito capitolo al tema delle transizioni, specificando che il mondo del lavoro sarà parte integrante di questa trasformazione, ma ad oggi le possibili conseguenze sulla quantità e qualità dell’occupazione e sui salari restano difficili da quantificare. Le nuove tecnologie a basse o zero emissioni necessitano di specifiche professionalità e competenze: nuovi posti di lavoro saranno creati nei settori cosiddetti verdi e vi saranno lavoratori che avranno bisogno di formazione per essere reimpiegati nei nuovi settori in espansione. Allo stesso tempo, l’abbandono delle vecchie tecnologie e dei processi produttivi basati su fonti fossili richiederà cambiamenti profondi in alcune professioni e, al contempo, ne renderà obsolete altre.  Sarà dunque inevitabile un grande rimescolamento: si stimano dai 4,1 ai 4,5 milioni di posti di lavoro per i quali sarà necessario colmare i divari di competenze (c.d. skill gaps) e adeguare le strutture produttive.Per andare in questa direzione sarà necessaria una capacità, una competitività tecnologica che risulterà fondamentale in questa transizione complessa.

La Presidente dell'Associazione Nuove Ri-Generazioni, Rossella Muroni che ha presieduto l'iniziativa, ha ricordato che con questo studio si raccontano le potenzialità dell'Italia attraverso numeri e oggettività, brevetti e posizionamenti raggiunti a livello europeo dal nostro Paese. Diventa però necessario fare ancora molta strada migliorando le competenze, formando i lavoratori del domani, tanto gli ingegneri, gli iperspecializzati quanto coloro che dovranno realizzare i cantieri della transizione ecologica.

Rispetto alla recente direttiva europea delle case green, la Muroni ha sottolineato come il nostro Paese abbia finanziato l'efficientamento energetico sin dal lontano 2007, dimostrando una tradizione che - seppur con alcuni punti di debolezza che dovranno essere superati -  ci permette di giocare un ruolo in attivo. Siamo il Paese - a proseguito la Presidente - dove è nato il Mater-Bi, il polimero vegetale alternativo alla plastica (anno1990); siamo il Paese che ha inventato l'End of Waste, ovvero la disciplina in materia di “cessazione della qualificazione di rifiuto”, cioè la trasformazione dei rifiuti sottoposti ad attività di recupero in nuova materia prima secondaria, riutilizzabile in specifiche attività. Queste opportunità spesso vengono impiegate in giro per il mondo ma non hanno ancora cittadinanza nel nostro Paese perchè la normativa, che le dovrebbe regolamentare e favorire la crescita di un mercato adeguato, stenta ad essere approvata.

Nel merito, in breve:

  • i dati OCSE del 2015 stimano che tra il 1990 e il 2010 le energie rinnovabili sono cresciute del 400%, i veicoli elettrici o ibridi del 350%, l’efficienza energetica negli edifici del 140%.
  • Le Green Technologies, oltre a rappresentare un importante strumento per il contenimento e la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, sono anche un’importante opportunità per il rilancio di interi comparti economici. Esse sono state studiate dal CREF attraverso l’Economic Fitness and Complexity (EFC) che osserva le capabilities produttive e tecnologiche che possono supportare paesi e regioni nella transizione sostenibile. Studiando i profili di specializzazione e i vantaggi comparati nell’attività brevettuale, è stato possibile sviluppare la Green Technological Fitness, una misura della competitività verde e delle capabilities dei sistemi di innovazione nazionali e regionali.
  • La ricerca del CREF si concentra geograficamente sull’Europa 28+ (EU con UK e Macedonia, Montenegro, Norvegia, Svizzera, Turchia) e sul periodo 2000-2016 che è particolarmente significativo per la produzione di brevetti verdi in Europa. Infatti circa il 30% delle innovazioni verdi mondiali sono state sviluppate in Europa (European Patent Office) in quegli anni, mentre nel 2000 l’attività brevettuale nel settore delle innovazioni tecnologiche legate alla mitigazione e all’adattamento al cambiamento climatico era quasi inesistente nella maggior parte dei paesi e i dati dopo il 2016 non sono di qualità sufficiente per essere utilizzati.
  • Dal punto di vista della quantità dei brevetti green presentati, l’Italia nel 2016 è quarta a pari merito con la Spagna con il 4% (nel 2000 era al 3%). Guida la classifica la Germania con il 46% (scesa dal 56%), al secondo posto la Francia con il 17% (che raddoppia dall’8% del 2000) e al terzo posto il Regno Unito con il 9% (dall’8% del 2000). Per quanto riguarda invece la Green Technological Fitness, nell’ambito dell’Europa 28+, nel 2016 si osserva una graduale crescita di competitività dei paesi dell’Europa del Sud e dell’est. In particolare, l’Italia è quinta dopo Germania, Inghilterra, Francia e Austria.
  • Emerge dalla ricerca che la relazione tra disuguaglianze di reddito e la Green Technological Fitness dei paesi è negativa e significativa perché l’alta disuguaglianza è associata a costi più alti e all’incertezza nello sviluppo di nuove tecnologie e capabilities verdi.

Secondo Andrea Roventini, economista e Professore presso l’Istituto di Economia della Scuola Superiore Sant’Anna, la transizione ecologica oltre a offrire opportunità di crescita alle imprese può creare nuovi posti lavoro con migliori retribuzioni nel settore elettrico e nell’industria manifatturiera legata alle rinnovabili.

Secondo Fabrizio Barca, Co-coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità: “La ricerca del CREF - presentata dai ricercatori Angelica Sbardella e Aurelio Patelli - mostra che la trasformazione verde è già un processo in atto, in Italia e in Europa, e non è in conflitto con lo sviluppo: giustizia sociale e ambientale possono marciare insieme. La ricerca ci conferma che nelle società con minori disuguaglianze economiche la fitness tecnologica verde è maggiore, e che la trasformazione ambientale può produrre buoni lavori e sviluppo. Ma sappiamo che nulla è scritto. La fitness non è una profezia, è una potenzialità che va realizzata. E’ qui che giocano un ruolo fondamentale le politiche”.

Dopo l'illustrazione della ricerca e la tavola rotonda con i rappresentanti del mondo del lavoro e degli imprenditori, dell'associazionismo, degli atenei e delle istituzioni, la Presidente Muroni, nei saluti conclusivi, ha sollecitato la rappresentante del Governo - la sottosegretaria  Fausta Bergamotto - a tenere insieme la Ricerca con una visione, garantendo un'accelerazione da parte della Politica al fine di trovare il modo per costruire, attorno ad una politica industriale, un consenso ampio, il più ampio possibile prima di scrivere un decreto dedicato, perchè tutto ciò aiuterà a rendere accettabile, dal punto di vista sociale ed economico, la transizione ecologica, una transizione per tutte e per tutti. 

Link documentazione: Sbardella_et_Al_2022_JRC_policy_brief_green.pdfCentro_Fermi_Green.pdf25gennaio2023_CREF_RISERVATO.pdf

Ulteriori link di approfondimento: https://cref.it/service/02-complessita-sociale-e-economica/https://publications.jrc.ec.europa.eu/repository/handle/JRC124696

La registrazione dell’evento è disponibile qui: https://bit.ly/25-01_LIVE_Transizione-ecologica-opportunita

Per la Redazione - Serena Moriondo