contattaci2
Chiamaci: 06 441 146 25
Scrivici una e-mail
area riservatacerca
cercaarea riservata
logo rigenerazioni NEWS 800x100 trasparente

Il quotidiano LECCEPRIMA ha realizzato un'indagine, in una decina di cantieri nel Salento tra Lecce, Nardò, Casarano, Gallipoli e altri piccoli centri della provincia, a conclusione della quale" la sensazione è quella di una dimensione ancora molto artigianale nell’organizzazione del lavoro. Improvvisazione, lavoro grigio, trascuratezza delle norme di sicurezza." Si tratta di un bacino di circa 2.900 aziende per un totale di circa 9.500 lavoratori nella sola provincia di Lecce (al 30 settembre del 2023), tra muratori, carpentieri, intonacatori, saldatori, autisti, escavatoristi, imbianchini, tecnici. Il racconto degli operai intervistati fa emergere patologie professionali diffuse soprattutto a carico del sistema muscoloscheletrico, "contabilità parallele, il “pizzo” pagato sui contributi previdenziali, mancata sicurezza e meno ore di lavoro dichiarate."

In un'intervista al Segreteraio Generale della Fillea Cgil, Alessandro Genovesi, la giornalista Valentina Murrieri ha, dunque, cercato di comprendere "come mai la pioggia di bonus non è intervenuta a bonificare le numerose, antiche irregolarità." 

In realtà - ha spiegato Genovesi - abbiamo assistito ad una doppia dinamica sia di qualificazione che di dequalificazione delle imprese edili, durante la stagione dei vari bonus. Da un lato con l’introduzione del Durc di congruità (una certificazione obbligatoria che evidenzia la correttezza tra tipo di lavoro, importo e numero minimo – “congruo” appunto – di lavoratori dichiarati) e con la legge 25/2022 (per cui da maggio di quell’anno per beneficiare dei bonus l’azienda deve applicare i CCNL edili sottoscritti dalle organizzazioni più rappresentative) abbiamo assistito ad un processo di emersione dal lavoro nero importante (si stimano in quasi 100 mila i lavoratori regolarizzati), con le imprese più strutturate che sono dimensionalmente cresciute (la dimensione media di impresa è passata da 2,6 del 2018 a 3,5 nel 2023). Dall’altra però, mancando una qualificazione all’ingresso per le imprese (si può andare in Camera di commercio e aprire un’azienda edile anche senza avere formazione, esperienza, mezzi e financo dipendenti) abbiamo assistito alla nascita di circa 30mila aziende senza dipendenti, aperte e chiuse proprio in funzione dei bonus. SI aggiunga poi una domanda di lavoro (circa di 400 mila unità era il fabbisogno di nuovi operai, tecnici impiegati solo per l’edilizia privata) superiore all’offerta (tra emersione e nuovi ingressi gli occupati sono aumentati “solo” di 250 mila).

Il combinato disposto ha prodotto anche aziende, vuote come scatole, che si sono affidate a squadre di cottimisti, partite iva individuali, subappaltatori improvvisati da un lato e fenomeni di super sfruttamento, orari di fatto di 50/60 ore settimanali, 7 giorni su 7, dall’altro." Quello che emerge, spiega Genovesi, è che "il settore è uscito più polarizzato: con imprese che si sono ulteriormente qualificate e con parti del mercato che è diventato ancora più “giungla” e questo si teme possa avvenire in parte anche con il PNRR .

Il settore delle costruzioni è estremamente variegato, molto dipende anche dalla tipologia dei cantieri e dalle lavorazioni, a seconda che si occupino di manutenzione stradale o di una grande opera ferroviaria, di abitazioni o grandi alberghi. "Sicuramente nell’edilizia privata - spiega il Segretario generale del più grande sindacato italiano del settore - l’assenza di regole e tutele ben definite come negli appalti pubblici sta da tempo (direi dall’inizio degli anni 2000) portando il livello delle tutele, della sicurezza, del giusto carico di lavoro, del rispetto dell’orario, verso il basso. È la logica del profitto a prescindere e del fare sempre il prezzo più basso. In un cantiere, alla fine, si può fare il prezzo più basso solo in due modi: o perché ho economia di scala alte e livelli professionali adeguati, o perché risparmio. E si può risparmiare alla fine solo su tre voci: costo del lavoro (non applico il CCNL edile, non dichiaro tutte le ore fatte), costi della sicurezza (ponteggi mezzi malandati, macchinari obsoleti, DPI scadenti, formazione fatta sulla carta), costi dei materiali (allungo le vernici con solventi, metto la sabbia nel calcestruzzo, ecc.). Una parte dell’imprenditoria lo sta talmente capendo che oramai la lotta ai “furbetti del cantierino”, degli imprenditori improvvisati, di chi alimenta dumping e concorrenza scorretta sta diventando battaglia comune."

"Il settore ha sviluppato un sistema di relazioni industriali tra i più avanzati ed innovativi del Paese.  Questo spiega anche "l’alto tasso di sindacalizzazione degli edili". Il contratto nazionale, il contratto territoriale, le prestazioni della Casse edile e della Scuola edile sono "le leve vere di tutela dei lavoratori", ma vi sono ancora criticità da affrontare. "Sulla lotta agli infortuni mortali, il Governo sta avanzando proposte o inefficaci o, in alcuni casi, addirittura peggiorativa rispetto al quadro attuale…” per questo l'11 aprile Fillea Cgil e Feneal Uil hanno proclamato 8 ore di sciopero a livello nazionale, con manifestazioni territoriali. "Serve - in sostanza - agire più leve. La prima, se parliamo di infortunio già avvenuto, sta nell’introduzione dell’aggravante di omicidio sul lavoro. Oggi se mando a lavorare un ragazzo senza formazione e muore sono accusato di omicidio colposo, e non doloso. L’aggravante permetterebbe maggiore certezza nell’azione della magistratura, maggiore certezza della pena e la possibilità di chiedere il sequestro preventivo dei beni dell’impresa. [..] Nessuno ti ridarà indietro un caro, ma almeno sarebbe giusto che i figli del lavoratore deceduto non debbano rinunciare alla scuola o all’università perché non se lo possono più permettere…”.

Tutti i settori della società, dell'economia e dell'ambiente potranno e dovranno svolgere un ruolo nella transizione ecologica in corso, il settore delle costruzioni, in linea con il Green Deal europeo, avrà un peso essenziale nei processi di costruzione sostenibili.

"Mai come oggi - conclude Genovesi - qualificare l’impresa, qualificare il lavoro, qualificare il settore, e quindi combattere sfruttamento e infortuni sono facce della stessa medaglia."

Il testo integrale dell'intervista QUI

* Foto di Mads Eneqvist su Unsplash

Per la Redazione - Serena Moriondo