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Il motto olimpico ufficiale è l'espressione in lingua latina che significa "Più veloce, più in alto, più forte - insieme" e le mascotte Tina e Milo due ermellini che, con il colore del loro manto bruno d’estate e bianco d’inverno, ci ricordano che la montagna è un ambiente da proteggere, vivere e valorizzare non solo d’inverno, ma durante tutto l’anno.

Non è un caso che tali grandi eventi vengano sempre più considerati come delle opportunità per dotare le città ed i territori di nuovi spazi pubblici, di nuove attrezzature e per l’implementazione di strategie urbane finalizzate a lanciare processi di rinascita e riqualificazione dei territori.

Soprattutto un grande evento - come lo possono essere il Giubileo o le Olimpiadi  - crea valore, è sinonimo di creatività, contribuisce a migliorare l’immagine del territorio e a valorizzarne il patrimonio; costituisce l’occasione per mobilitare energie, risorse, capacità; conferisce un’immagine di efficacia e di efficienza al Paese organizzatore ed è un’occasione unica per promuovere l’accoglienza, la condivisione e lo scambio di esperienze.
Attraverso i grandi eventi si ha l’occasione unica di riposizionare la propria città e il proprio Paese sulla scena mondiale. Per questo motivo, le Istituzioni regionali e locali, i Governi - di norma - cercano di trasmettere un’immagine di coesione e unità, che consenta di superare possibili conflitti politici interni.

Ma è sempre così? Non proprio, non in Italia.

Mancano due anni all’inizio dei XXV Giochi Olimpici Invernali. A 70 anni da Cortina 1956 e a 20 anni da Torino 2006, le Olimpiadi e le Paralimpiadi Invernali tornano nel nostro Paese.  Per la prima volta un’area di 22mila chilometri quadrati darà vita a un’edizione dei giochi: da Milano fino dalle montagne di Cortina d'Ampezzo, passando per le terre alte della Valtellina, della Val Di Fiemme e di Anterselva. Gli organizzatori hanno dichiarato che le Olimpiadi 2026 saranno:  "i Giochi invernali più sostenibili e memorabili di sempre, fonte di ispirazione per cambiare la vita delle generazioni future." In realtà, soprattutto a causa dell'impatto che alcune opere avranno su un territorio naturale bellissimo e delicato, stanno emergendo diverse criticità.

Ospitare un grande evento non è mai una cosa facile: spendere diversi miliardi in infrastrutture, ad esempio, può avere un impatto economico positivo, ma bisognerebbe innanzitutto domandarsi se le opere proposte sono il miglior modo di utilizzare i fondi a disposizione.

Un altro aspetto riguarda il potenziale aumento di occupazione. Non vi è dubbio che vi saranno attività indotte dall’evento che interessano settori come le costruzioni, il turismo, e l'organizzazione dell’evento stesso ma, non sempre, queste attività producono buona occupazione. Il rischio è che in queste occasioni si attivino contratti temporanei, spesso mal pagati, il più delle volte altamente rischiosi per far fronte alle tempistiche e ai vincoli posti dall'assegnazione degli appalti. Ciò significa che le opere non dovrebbero mai prescindere né dalla qualità e sostenibilità della loro progettazione, né dalle condizioni di lavoro tramite le quali vengono realizzate.

Le infrastrutture e i servizi promossi ai fini dell’evento, possono avere senz'altro un impatto sociale positivo se poi possono essere riutilizzati a beneficio dei residenti e del turismo, migliorandone la qualità della vita. Quando però, per realizzarli, si creano stravolgimenti al patrimonio naturale di pregio, alle infrastrutture esistenti, spostamenti e/o espropri che possono creare disagi agli abitanti, in questi casi, tali interventi verranno percepiti dannosi dalla comunità, talvolta generando una vera e propria opposizione all'evento. Per questo è considerato importante prevedere modalità di coinvolgimento attivo delle comunità nella progettazione e nella realizzazione di eventi così impattanti.

In taluni casi, si trascura - non a parole ma nella sostanza - che i grandi eventi sottopongono le comunità e l’ambiente a molteplici pressioni. Basta pensare all’inevitabile aumento del traffico, all’aumento dei consumi idrici e della produzione dei rifiuti, per non parlare poi del fatto che, nel caso di eventi di grandi dimensioni, come una Olimpiade, il territorio dovrà adattare il proprio tessuto urbano e paesaggistico alla creazione di strutture idonee determinando un forte impatto. Talvolta, quindi, si finisce per confondere e, quindi, identificare, la rappresentazione di ciò che è bene per le popolazioni locali e, più in generale, per il Paese con i benefici mediatici e finanziari per pochi, derivanti dall'impatto economico dell'evento.

Le condizioni sulle quali questo Governo e le regioni/province interessate stanno investendo svariati milioni di soldi pubblici, al di là delle parole di circostanza, hanno finora dimostrato, nei fatti, di non rispettare appieno le buone intenzioni.

Anche gli intenti di collaborazione inizialmente formulate dalla stessa Fondazione Milano Cortina, come ad esempio la raccolta di suggerimenti e spunti, la condivisione della progettualità, anche su recupero/compensazione e gli incontri di aggiornamento periodici, si sono dimostrati improduttivi o carenti. A dimostrazione che non sempre il bilancio finale dei grandi eventi come le Olimpiadi è all’altezza delle aspettative sociali, ambientali oltre che economiche: i costi delle infrastrutture possono essere più alti di quanto preventivato; la loro fungibilità, dopo l’evento, può rivelarsi scarsa e la notorietà del territorio ospitante solo temporanea e priva di benefici di lungo termine.

Questa deve essere l'occasione per dimostrare il contrario, per il bene dello sport e del Paese.

Si tratta dunque di chiedere al Governo, alle Regioni e Province autonome, alla Fondazione il rispetto di tali vincoli operativi e vigilare sulla loro applicazione affinché i Giochi possano realmente rappresentare, come è stato dichiarato dal vertice della Fondazione: "un'inestimabile opportunità per ispirare i nostri stakeholder, partner e spettatori, attraverso i valori dello sport, suggerendo azioni di sostenibilità concrete e tangibili - elementi fondamentali della nostra eredità per il futuro."

Come per un'altro grande investimento, rappresentato dal Ponte sullo Stretto di Messina, in attesa di vedere l'evoluzione dei lavori che caratterizzeranno le Olimpiadi e Paralimpiadi invernali vi proponiamo alcuni approfondimenti sui passaggi della loro realizzazione al fine di offrire a tutti i cittadini, anche quelli che non abitano le bellissime valli delle Dolomiti, un quadro chiaro e il più esaustivo possibile di ciò che sta avvenendo, e se la sostenibilità è davvero a portata di mano come i documenti ufficiali ci fanno intendere.

Link: CITIUS_ALTIUS_FORTIUS_-_COMMUNITER_ma_Milano-Cortina_2026_non_è_un_esempio_di_sostenibilità_.pdf

* In homepage Foto di Jametlene Reskp su Unsplash

Per la Redazione - Serena Moriondo