Su tutto questo - ha aggiunto il Sindacalista della Cgil -  pesa il modello di sviluppo che si è determinato nella Capitale e che si è stratificato nel corso dei decenni.

Nella Città di Roma, le scelte politiche del passato hanno fatto sì che il settore più sviluppato non sia "quello industriale e neanche del terziario avanzato" ma il commercio con il 22,2% di aziende attive rispetto al totale, seguito dal settore delle costruzioni (9,7%) e da quello dei servizi di alloggio e di ristorazione (7,9%). Fatta eccezione per le imprese di costruzione, infatti, i settori che occupano il 1° e il 3° posto sono quelli relativi ad attività di servizi. L'offerta ricettiva sul territorio di Roma Capitale (dato 2022) si compone di due tipologie di strutture: esercizi alberghieri ed esercizi complementari, in totale 13.798 esercizi, di questi, il 7,7% è costituito da esercizi alberghieri e il 92,3% da esercizi complementari. Rispetto al 2021 si osserva una riduzione del  pari al 29,0%: nel dettaglio, gli esercizi complementari passano da 18.562 a 12.737, con una riduzione del 31,4%, mentre quelli alberghieri aumentano, passando da 883 a 1.061 (+20,1%). (Fonte: Roma Capitale DUP 2024-2026)

Non a caso il Sindacato denuncia il fatto che a Roma il settore del commercio "occupa oltre 150mila dipendenti, in grandissima parte donne, le nuove assunzioni sono di breve, brevissima durata, spesso con contratti part time – più spesso part time involontari – che se sommati all’indisponibilità delle associazioni datoriali di settore a garantire i giusti e dovuti aumenti salariali con il rinnovo CCNL, scaduti ormai da 5 anni, restituiscono la fotografia di un esercito di lavoratrici e lavoratori romani, sempre più poveri e in condizioni sempre più precarie. Ma se questa è l’urgenza, sotto il profilo delle condizioni di lavoro e salariali, un’ulteriore criticità riguarda la mutazione genetica del tessuto della Distribuzione Commerciale nella capitale.

Negli ultimi anni, grandi marchi, aziende e catene della GDO hanno deciso di abbandonare in tutto o in parte la nostra città, chiudendo i propri punti vendita o cedendoli a piccoli imprenditori. Nulla di illegittimo, sotto il profilo formale, ma al di là della forma non può sfuggire la sostanza: oltre all’impoverimento dell’offerta commerciale della città, dati alla mano, nella stragrande maggioranza dei casi, le lavoratrici e i lavoratori sono passati da grandi a piccole o piccolissime aziende, perdendo diritti, salario e garanzie contrattuali, con applicazione di contratti pirata e il rischio crescente che questi contesti di irregolarità siano terreno fertile per infiltrazioni criminali."

Non a caso la Cgil pensa che sia giunto "il momento di introdurre un bollino per il lavoro di qualità negli alberghi e nelle strutture ricettive e un registro comunale degli affitti brevi e delle case vacanza" nel " rispetto e piena applicazione dei CCNL leader di settore sottoscritti dalle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative sul piano nazionale, certificazione della regolarità contributiva".

Per certi aspetti la sua vocazione per il settore del commercio - dichiara il Sindacato - ha tagliato la città di Roma "da importanti settori produttivi e processi innovativi. La conseguenza è la creazione di posti di lavoro in settori a bassa intensità di conoscenza, meno qualificati e con retribuzioni più basse e una crescita decisamente più contenuta in settori ad alta intensità di conoscenza. Con il risultato di sprecare anche il capitale umano di Roma, dove il tasso di overeducation aumenta, anziché diminuire come a Milano. Uno spreco che impatta sulla capacità innovativa della Capitale ed anche sulla soddisfazione lavorativa delle persone."

Roma - secondo la Fillea Cgil - con la partenza delle opere giubilari e del PNRR diventerà la più grande stazione appaltante d’Europa.

L’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza a Roma è, infatti, come per altre grandi città europee, la missione guida dei prossimi anni: a giugno 2023 la Capitale registrava una partecipazione al 95% degli Avvisi pubblicati, con un tasso di successo delle proposte progettuali pari al 90%, per 1,15 miliardi di euro per un totale di 279 progetti finanziati. (Fonte: Roma Capitale DUP 2024-2026)

L'Osservatorio della Fillea Cgil di Roma e Lazio sui cantieri edili attivi nella Capitale alla data del 4 marzo, ha pubblicato un Report che mette in evidenza come, al di là del 64,76% dei cantieri di cui non è stato possibile identificare la tipologia,  il 15,42% dei cantieri riguarda la "Nuova edilizia civile (compresi impianti e forniture)"; mentre le "Opere stradali, ponti, ecc. (eccetto lavori di bitumaturail)" interessano il 6,58% dei cantieri. A seguire il 3,8% dei cantieri aperti per opere di "Restauro e manutenzione di beni tutelati" e l'1,55% per la realizzazione di "Nuova edilizia industriale ( esclusi Impianti)".

Al 15 gennaio 2024, nella Provincia di Roma risultano attivi 1529 cantieri pubblici e 5182 cantieri privati, di cui 4990 sono certificati con l’attestato di congruità, quest’ultimo dato evidenzia  i grandi risultati raggiunti attraverso la contrattazione delle Parti Sociali nel settore edilizio. Con questa mole di cantieri si stima che 250.000 persone, non solo edili, ogni giorno entrano in un cantiere per andare al lavoro. Ogni anno tutto questo determina, solo nella Provincia di Roma, 3 miliardi di massa salari.

Una sfida altrettanto significativa per la città è costituita dal Giubileo del 2025. "Siamo a meno di 300 giorni dall’inizio dell’anno giubilare - ha spiegato il Segretario generale di Roma e Lazio, Natale Di Cola - che, insieme al PNRR, può tradursi nell’inizio di un percorso per riqualificare il mercato del lavoro e il sistema produttivo di Roma. Il protocollo sulle opere giubilari è un punto di partenza di questo percorso, sul quale chiediamo un impegno puntuale per l’applicazione. Con lo stesso approccio guardiamo alla preparazione della macchina amministrativa pubblica, inclusa quella delle aziende partecipate, e dell’accoglienza delle decine di milioni di pellegrini e turisti va declinata come opportunità per costruire un’occupazione strutturale legata agli eventi che la Capitale del Paese ospita.

Per questo chiediamo che finalmente si dia luce al Patto per il Lavoro e lo Sviluppo Sostenibile con cui poter migliorare la qualità dell’occupazione e governare i processi di transizione e d’innovazione. Uno strumento che sia da cornice per azioni concrete come i percorsi di reinternalizzazione dei servizi pubblici e di ripensamento in chiave industriale delle società in house del Comune, cosi come i percorsi per il superamento del lavoro povero e precario nei servizi pubblici e le azioni specifiche da mettere in campo per non rendere il Giubileo una fabbrica di precarietà."

Il Sindacato chiede in sostanza di poter realizzare "un vero e proprio Giubileo del lavoro", che possa affrontare alcuni nodi contrattuali: " un salario minimo comunale" che dovrà essere rispettato da  "tutti gli operatori economici degli appalti dei servizi per il funzionamento del Giubileo, dall’estensione del protocollo sulle opere giubilari a tutti gli appalti pubblici per rafforzare la tutela della salute e la sicurezza e da una carta di qualità del lavoro occasionale per evitare usi impropri del volontariato e forme di sfruttamento."

QUI per una lettura integrale dell'intervento

* Foto di Spencer Davis su Unsplah

Per la Redazione - Serena Moriondo