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Immagine Position Paper servizi ecosistemici Pubblicato il nuovo Position paper ASviS, redatto dal Gruppo di lavoro sul Goal 11"Città e comunità sostenibili". Il documento di 32 pagine, dal titolo “Il ruolo, la valorizzazione e il pagamento dei servizi ecosistemici”, offre un'analisi dei benefici che i sistemi naturali forniscono agli esseri umani e degli strumenti per la preservazione e il miglioramento del capitale naturale utilizzato.

Nell'elaborato vengono illustrate anche una serie di buone pratiche territoriali, anche di livello internazionale, e proposte applicabili a livello nazionale. In particolare, il documento ha individuato lo strumento della perequazione territoriale, una tecnica urbanistica “volta ad attribuire un valore edificatorio uniforme a tutte le proprietà che possono concorrere alla trasformazione di uno o più ambiti del territorio”, a prescindere dall’effettiva possibilità di edificare. L’obiettivo? “Garantire la disponibilità di spazi da dedicare alla collettività”. Ma fondamentale, secondo il Paper, sono anche i Pagamenti dei servizi ecosistemici (Psea), strumenti che obbligano i beneficiari di un certo servizio ecosistemico (come possono essere i coltivatori, nell’utilizzo dell’acqua) a pagare per la preservazione e il miglioramento del capitale naturale utilizzato.

In Lombardia ed Emilia-Romagna - due delle regioni con il più alto tasso di consumo di suolo in Italia: entrambe hanno registrato incrementi maggiori in termini di suolo netto in ettari nell'ultimo anno, di 908 ettari la prima, e 635 in più la seconda -  esistono anche dei casi virtuosi. Ad esempio, sono stati sviluppati modelli di perequazione territoriale per promuovere un utilizzo più efficiente del territorio, contrastando la dispersione urbana e il consumo di suolo. Ma, come sostiene l'ultimo rapporto ISPRA, "la densità con la quale avvengono i cambiamenti - in un Paese oltretutto in calo demografico - continua ad aumentare di anno in anno, nonostante diminuisca il territorio a disposizione, insistendo con maggior intensità sulle stesse regioni rispetto agli scorsi anni."

Sempre restando nella Regione emiliana, altro caso di successo - sottolineato dal Gruppo di ASviS - è il Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, che conta una riserva di 500mila ettari. Il Parco ha attivato la vendita di “crediti di sostenibilità” sul mercato (certificati da organizzazioni internazionali, tra cui Pefc Italia e Fsc). Questi crediti vengono venduti alle imprese, che li acquistano in modo volontario per sostenere la gestione delle foreste dell’Appennino tosco-emiliano e neutralizzare quegli impatti ambientali che ancora non riescono a ridurre o eliminare. Gli introiti, poi, vengono ripartiti tra proprietari forestali virtuosi e il Parco nazionale.

Alcuni dati sono confortanti ma è evidente l’urgenza per l’Italia di approvare una legge contro il consumo di suolo, considerato che, la gran parte dei suoli persi, è stata sottratta alle superfici agricole, con una perdita di servizi ecosistemici, incluso quello della produzione agricola.

Per la Redazione - Serena Moriondo