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L’ITUC, la Confederazione Internazionale dei Sindacati (International Trade Union Confederation), è ora membro della Global Coalition for Social Justice – un’iniziativa innovativa volta a intensificare gli sforzi collettivi per affrontare i deficit di giustizia sociale.

L’ITUC, in qualità della più grande federazione sindacale del mondo, cerca di aumentare la cooperazione intergovernativa per garantire che la dimensione sociale della globalizzazione, compreso il lavoro dignitoso e i diritti fondamentali delle lavoratrici e dei lavoratori, sia al centro del processo decisionale presso le principali istituzioni globali e regionali del pianeta. Ciò include il G-20, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale (FMI), l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e le Nazioni Unite e le sue agenzie specializzate, in particolare l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) con la sua struttura tripartita e il suo mandato per stabilire gli standard sociali internazionali.

Un’analisi degli ultimi tre decenni di globalizzazione rivela, infatti, che le capacità dei Governi di proteggere la dignità delle persone sono state indebolite e questo ha contribuito a un aumento della politica di estrema destra e autoritaria. "Con gli anni ’90 e 2000 - scriveva nel 2010 Edgar  Morin, sociologo, filosofo, direttore di ricerca emerito al CNRS e dottore ‘honoris causa’ di numerose università nel mondo - si sviluppa una presa di coscienza che il neoliberalismo è esso stesso un mito ideologico sociale. Il problema oggi è che se la capacità di denuncia è diventata più forte, la capacità di delineare una nuova politica non c’è ancora."

Questo ciclo negativo può essere interrotto solo da un nuovo contratto sociale che riequilibra il rapporto tra governi, persone e capitale, per garantire la sicurezza e il benessere comuni globali.

Foto ILO lavoratrice commercioPer questo i Sindacati, in tutto il mondo, premono da tempo per:

  • Lavoro dignitoso: le politiche del mercato del lavoro devono promuovere un lavoro dignitoso, fondato sulla libertà di associazione e di dialogo sociale, anziché un lavoro precario e informale.
  • Attenzione verso i processi di transizione: lavorare a stretto contatto con i sindacati per garantire che tutti i finanziamenti per il clima siano allineati con una transizione giusta per le lavoratrici e i lavoratori.
  • Riformare l'architettura finanziaria internazionale: affrontare gli oneri del debito e le disuguaglianze sistemiche, compresi gli elevati costi di indebitamento e l'accesso limitato alla liquidità per i paesi in via di sviluppo.
  • Ricostruzione "dei dirittti": garantire che i fondi stanziati per la ricostruzione in Marocco, Turchia, Ucraina e altri paesi garantiscano un lavoro dignitoso – con la libertà di associazione e contrattazione collettiva – e la salute e la sicurezza sia per i lavoratori che per le comunità.

Marx, nel suo “18 Brumaio di Luigi-Napoleone Bonaparte” spiegava che “Gli uomini fanno la loro storia….. ma nelle condizioni direttamente ereditate dal passato”. Si tratta allora di chiarire i fondamenti di queste condizioni…e realizzare un nuovo patto sociale.