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Foto archeologia industriale TorinoLa crescita delle aree urbane dovrebbe continuare nei prossimi anni, con una stima del 60% della popolazione mondiale che dovrebbe vivere nelle città entro il 2030. Il caso delle risorse che determinano l'ambiente costruito è emblematico: materiali da costruzione e componenti vengono trasportati in città, dove vengono assemblati per formare edifici, infrastrutture e spazi pubblici.

Ciò aumenta la pressione sull'ambiente, in termine di estrazione e utilizzo delle risorse naturali, comprese le materie prime critiche, consumo energetico ed emissioni e produzione di rifiuti. Il 60% dellematerie prime è consumato dal settore edile e, in paricolare, il 65% degli aggregati totali e il 20% dei materiali metallici. Il 23% delle emissioni di anidride carbonica da attività economiche globali sono causate dal settore delle costruzioni, uno dei maggiori contributori di CO2 e della più alta quantità di rifiuti. In particolare la demolizione mondiale è responsabile del 50% dei rifiuti prodotti daò settore delle costruzioni e delle infrastrutture, causando sia rumore che inquinamento. 

Pertanto, al fine di migliorare la sostenibilitò complessiva, è necessario garantire una maggiore percentuale di riutilizzo, valorizzazione e riciclo. L'elevata intensità dei materiali contenuti negli edifici e nelle infrastrutture può essere considerata una miniera urbana che dovrebbe essere valorizzata come fonte di risorse nella trasformazione delle città, per nuovi progetti, al termine della vita utile della struttura.

Foto Lambrate ex InnocentiTuttavia, l'implementazione della circolarità nell'ambiente costruito irchiede un processo di progettazione e costruzione innovativi. Ed è qui che sono entrate in gioco ENEA e l'Università di Roma La Sapienza mettendo a punto un’innovativa metodologia di analisi che permette di individuare e di quantificare tutti i materiali presenti in edifici vecchi o in disuso da reimpiegare in progetti di riqualificazione architettonica o per nuove costruzioni in un’ottica di economia circolare. La ricerca, condotta nell’ambito del progetto ES-PA dell’ENEA e pubblicata sulla rivista Sustainable Chemistry and Pharmacy, ha dimostrano che oltre il 95% dei materiali da demolire possono essere riutilizzati per la riqualificazione della struttura stessa (35%) e per altri impieghi (60%), senza finire in discarica. La rigenerazione urbana offre l'opportunità di valorizzare il ciclo della vita di questo materiale.

La metodologia è stata applicata su uno dei tanti siti di archeologia industriale presenti in Italia (occupano il 3% del territorio per una superficie di 9 mila chilometri quadrati) e, nello specifico, a un progetto di recupero di un deposito degli autobus di 11 mila metri quadrati, costruito a Roma negli anni ‘30 e in disuso dal 2008.

1 s2.0 S2352554123001389 ga1 lrgL’approccio bottom-up utilizzato prevede una raccolta dei dati sui materiali dettagliata che consente una maggiore accuratezza dei risultati, in termini di composizione, intensità e distribuzione geografica. Prevede cinque fasi successive:

  1. Analisi tecnologica dell'edificio;
  2. Individuazione e stima quantitativa dello stock di materiali presenti nell'edificio;
  3. Progetto di riqualificazione architettonica e ambientale dell’edificio con l'adozione di strategie circolari;
  4. Stima quantitativa dei materiali rimossi e individuazione della loro destinazione finale, compresa la stima del materiale del progetto e il bilancio finale dei materiali in ingresso e in uscita;
  5. Valutazione dell'efficacia dell'intervento con indicatori di circolarità e decarbonizzazione.

Le attività di ricerca comprendono sperimentazioni progettuali applicate a molteplici casi di studio di insediamenti esistenti o singoi edifici, situati nella città di Roma. “L’approccio proposto consente la valutazione a diverse scale: quella nazionale per individuare l’entità dei materiali recuperabili dal parco edilizio italiano con la finalità di supportare un piano di uso efficiente delle risorse; quella intermedia finalizzata alle pianificazioni strategiche locali o di aree caratterizzate da omogeneità nei caratteri costruttivi; quella locale con l’obiettivo di fornire strumenti operativi per la pianificazione di aree urbane, quartieri o anche singoli edifici”, ha spiegato Antonella Luciano, ricercatrice del Laboratorio ENEA Valorizzazione delle risorse nei sistemi produttivi e territoriali e coautrice dello studio insieme a Laura Cutaia (ENEA), Paola Altamura e Serena Baiani di Sapienza Università di Roma.

Uno studio innovativo al femminile.

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Per la Redazione - Serena Moriondo