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Foto anziano disabilità non autosufficienza rsaIn Italia esistono 10 milioni di persone che la politica ha sempre trascurato: sono gli anziani non autosufficienti, i loro caregiver familiari e chi li assiste professionalmente. A marzo è stata approvata la Legge di riforma dell’assistenza (Legge Delega 33/2023), attesa da 25 anni, che può costituire quella svolta tanto agognata. Tuttavia, l’assenza di finanziamenti dedicati in Legge di Bilancio – con un esito contrario alle diffuse aspettative – ha rappresentato una delusione cocente. Ora arriva l’occasione per cambiare direzione.

Entro fine gennaio, in attuazione della Legge Delega 33/2023 il Governo dovrà presentare i Decreti Legislativi, che dovrebbero tradurre l’impianto normativo generale in indicazioni puntuali.

Sbagliare i Decreti Legislativi – redigendoli in modo troppo vago, impreciso o non rispettoso dell’impianto riformista della Legge 33 – significherebbe sancire il precoce fallimento della riforma.

Questo è quanto afferma Il Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza, una coalizione di oltre 50 soggetti, che ha deciso di presentare il Manifesto, un documento che illustra i criteri da rispettare, affinché i Decreti siano coerenti con le indicazioni della Legge e rispondano adeguatamente alle esigenze di anziani e familiari.

Quattro i punti centrali:

  • La costruzione di un sistema unitario (venga introdotto il Sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente (SNAA), nel quale tutti i soggetti che ne sono responsabili programmino insieme, assicurino il monitoraggio e mettando a punto una semplificazione dell’attuale pletora di valutazioni, troppe e non connesse tra loro).
  • L'introduzione di nuovi modelli di intervento (si doti l’Italia di un servizio domiciliare specificamente progettato per la non autosufficienza, sinora assente; Servizi residenziali adeguati; una prestazione universale equa fondata sulla libertà di scelta dell’utente tra l’utilizzo in denaro o in servizi).
  • Il sostegno ai diversi soggetti coinvolti (Caregiver familiari, badanti, cure palliative, ..)
  • L'utilizzo di un metodo costruttivo (basato su trasparenza, per facilitare il dibattito pubblico, ed escludendo le sperimentazioni che toglierebbero  energie all’impegnativa fase di avviamento della riforma senza apportare benefici, dato che le cose da fare sono note da tempo.

Permangono diverse perplessità: il PNRR prevede di arrivare ad aiutare, tramite l'assistenza domiciliare, 1.400.000 persone entro il 2027. Un obiettivo ambizioso ma necessario ma una domanda sorge spontanea e riguarda molte delle riforme socio-sanitarie del Piano: se sarà così, dopo il 2027 saremo in grado di assicurare l'assistennza senza i fondi del PNRR?

Altra criticità:  in presenza di un aumento significativo di lavoro di assistenza sarà necessario un aumento di lavoratori e lavoratrici per incrementare la capacità di cura e di emersione del lavoro di cura irregolare (nel 2021 la stima era 234.500, di cui donne il 91%). Secondo la Fondazione Zancan (su dati Eurostat e OMS) al momento, in Italia, gli occupati in sanità pubblica e privata ogni 1000 abitanti sono 21,8 mentre in Germania sono 36,8, in Austria 32,6, in Francia 29,0, in Spagna 23,4.

Indici che descrivonoun serio deficit occupazionale ma anche le potenzialità che avremmo a disposizione se, nel nostro Paese, ci fosse una programmazione seria dei piani assunzionali. Sappiamo , infatti, che solo una minima parte dell’incremento del FSN (art. 50, 250 mln nel 2025 e 350 mln nel 2026) è destinata alle assunzioni di personale (pubblico e convenzionato) per adeguare gli standard del DM 77/2022 (la riforma PNRR per il potenziamento dell’assistenza territoriale). Il resto della spesa, oltre agli stanziamenti dovuti per il rinnovo del CCNL, va a vantaggio di un modello privato-prestazionale tipico dei sistemi assicurativi.

Le tre deleghe della Legge n. 33/2023: a) delega al Governo in materia di invecchiamento attivo, promozione dell’inclusione sociale e prevenzione della fragilità (art. 3); b) delega al Governo in materia di assistenza sociale, sanitaria e sociosanitaria per le persone anziane non autosufficienti (art. 4); c) delega al Governo in materia di politiche per la sostenibilità economica e la flessibilità dei servizi di cura e assistenza a lungo termine per le persone anziane non autosufficienti (art. 5), prefigurano problemi e investimenti da affrontare molto impegnativi.

Per ora, come hanno spiegato i Sindacati dei Pensionati della CGIL e della UIL,  i provvedimenti da approvare sono in alto mare e mancano le risorse. Ad oggi il fondo nazionale per la non autosufficienza (nel 2024 pari a 913,6 milioni) è distribuito ad una platea ridotta di persone: poche migliaia di destinatari (il 50% con gravissime disabilità) ma, nonostante ciò, il ddl Bilancio non prevede alcun finanziamento aggiuntivo. Una vergogna! (Scheda di sintesi e commento "Il disegno di Legge di bilancio 2024 per l’ambito socio sanitario", a cura del Dipartimento socio sanitario SPI CGIL).

* In homepage foto di Gert Stockmans per unsplash

Per la Redazione - Serena Moriondo