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Interrompere la dipendenza dai combustibili fossili è più facile a dirsi che a farsi. Contenere il riscaldamento climatico a livello glabale si sta rivelando, infatti, un obiettivo difficile. Nonostante gli impegni e le politiche ambientali dei vari governi europei, ad esempio, iI  continente produce ancora il 7% delle emissioni di gas serra a livello mondiale. Tra i Paesi europei, l’Italia è al terzo posto per numero di tonnellate di anidride carbonica emessa.
 
04e140d0 4362 45d7 94ca 11ede1fdac20 1944x1178Dal 2020, quando gli investimenti nei combustibili fossili sono crollati e gli investimenti in energia pulita sono aumentati, il divario ha iniziato a mostrarsi. Come misurato dalle emissioni, il settore più importante nel processo di decarbonizzazione è la produzione di elettricità a carbone ma petrolio e gas sono i settori più ad alta visibilità dal punto di vista dell’economia politica globale. Leggere i rapporti dell’Agenzia internazionale dell’energia (AIE) è un modo per conoscere e comprendere quali possibili percorsi da percorrere stanno valutando i "centers of power/knowledge". Due recenti relazioni una su "Gli investimenti energetici ", l'altra sul futuro dell"'Industria del petrolio e del gas" sono particolarmente interessanti.
Come è chiaro dai dati sugli investimenti, le industrie del petrolio e del gas non stanno ancora riducendo la loro produzione, ma la loro crescita è rallentata. L’enorme aumento dei ricavi generato dagli aumenti dei prezzi dell’energia degli ultimi due anni non è stato riversato in nuovi investimenti ma a pagare maggiori dividendi per i propri azionisti.
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L' industria petrolifera e del gas non hanno ancora deciso di aderire  convintamente alla transizione energetica. I dati aggregati, tuttavia, nascondono differenze importanti e significative. Infatti l'industria del petrolio e del gas è un’economia mista di grandi attori globali, alcuni indipendenti più piccoli e varie società energetiche di proprietà nazionale. Come si può vedere dal grafico la più grande delle compagnie petrolifere nazionali Saudi Aramco è nettamente in cima alla classifica.
 
L’AIE mostra investimenti in aumento nella generazione di energia verde (solare, eolica), nella mobilità elettrica (EV) e in misura minore nelle reti elettriche e nell’efficienza. In tutto il mondo, il solare e l’eolico attraggono il 30% in più di nuovi investimenti rispetto a petrolio e gas.
 
La direzione del viaggio da intraprendere e la determinazione con cui si proseguirà sulla strada della conversione energetica dipenderà anche dalla capacità dei governi a resistere alle lobby del settore privato della produzione di energie fossili e a investire sulle rinnovabili e su stili di vita compatibili con il futuro del pianeta. Questo è il campo di scontro della politica (non solo energetica) dei prossimi decenni.
 
63900c4f effe 46e6 9b0e 043b4156483c 1950x1140La 28sima “Conferenza delle Parti” delle Nazioni Unite (COP 28) si inserisce nell’ambito della convenzione quadro sui cambiamenti climatici (UNFCCC, United Nations Framework Convention on Climate Change).

In occasione della COP 28 verrà presentato il Global stocktake, uno strumento che illustra, ogni cinque anni, lo stato delle emissioni dei gas serra prodotti dagli Stati con lo scopo di incentivare la lotta alla crisi climatica valutando i progressi collettivi compiuti. A questo proposito, l’UNFCC, a ottobre 2023, ha pubblicato il rapporto intitolato “Views on the elements for the consideration of outputs component of the first global stocktake”. Tra le pagine del documento si legge che gli impegni di riduzione delle emissioni dei gas serra presi finora di propria iniziativa dagli Stati, conosciuti con l’acronimo NDCs (Nationally Determined Contributions), se rispettati, contribuiranno ad avere un clima più caldo di 1,7 °C. Tuttavia, secondo le reali politiche introdotte finora, l’aumento di temperatura sarà ben più alto e probabilmente, prima della fine del secolo, si raggiungerà la soglia di 3 °C. Per questo è essenziale centrare l’obiettivo di 1,5 °C stabilito dall’Accordo di Parigi. Secondo le raccomandazioni contenute nell’ultimo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), l’ente scientifico che si occupa di mettere insieme migliaia di studi prodotti sulla crisi climatica, per raggiungere tale traguardo bisognerebbe tagliare il 43% delle emissioni dei gas serra entro il 2030 e l’84% entro il 2050 rispetto ai livelli del 2019.

OPERTINA REPORT WHO resilienza ssnLa COP 28 è anche la sede in cui dar seguito e consolidare l’impegno assunto da 47 Paesi durante la COP 26, tenutasi nel 2021 a Glasgow (Scozia), per ridurre l’impatto del settore sanitario sulle emissioni di gas serra. Per l’occasione, oltre ai governi, 54 istituzioni afferenti a 21 Paesi, rappresentanti di circa 14.000 ospedali e centri sanitari, si sono accordate per cercare di raggiungere in meno di 30 anni la neutralità carbonica, ovvero l’azzeramento delle emissioni. Ciò  - secondo l'ISS, l'Istituto Superiore di Sanità - si lega al tentativo di contrastare l’evidente paradosso che interessa oggi il settore della salute umana, ovvero quello di essere da un lato chiamato direttamente in causa nella cura e nell’assistenza di patologie strettamente connesse al cambiamento climatico e da esso amplificate, dall’altro quello di contribuire in modo significativo alle emissioni stesse che impattano negativamente sulla salute. Si stima che, perlomeno nei Paesi economicamente più avanzati, i sistemi sanitari siano responsabili per oltre il 4% delle emissioni di gas serra nazionali. Il documento dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) "Operational framework for building climate resilient and low carbon health systems" presenta il quadro operativo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la costruzione di sistemi sanitari resilienti al clima e basse emissioni di carbonio. Il report, in sostanza, mira a contribuire alla progettazione di sistemi sanitari trasformativi in grado di fornire cure sicure e di qualità in un clima che cambia.

La nuova puntata del notiziario video Europa Settegiorni, che racconta ogni settimana le società e la vita dei cittadini europei, spiega quale sarà il ruolo dell’Unione europea ai colloqui sul clima della Cop28, che si svolgeranno dal 30 novembre al 12 dicembre a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti

* ARTE Europa Settegiorni è un magazine d’informazione digitale. È presentato in quattro lingue – francese, tedesco, inglese e spagnolo – da giornalisti madrelingua. ARTE Europa Settegiorni è inoltre sottotitolato in italiano, polacco, greco e ungherese per raggiungere un pubblico ancora più ampio. ARTE Europa Settegiorni affronta in modo originale un tema europeo poco trattato o addirittura ignorato.

Per la Redazione - Serena Moriondo