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immagine citta30Il 26 luglio scorso è stato presentato in Parlamento il disegno di legge nato dalla piattaforma avanzata dalle Associazioni #CITTA30SUBITO “Norme per lo sviluppo delle città 30 e l’aumento della sicurezza stradale nei centri abitati. La piattaforma, realizzata da Legambiente, FIAB, Salvaiciclisti, Kyoto Club, Amodo, Clean Cities Campaign, ASviS, Fondazione Michele Scarponi, tocca alcuni punti critici delle città.

Sappiamo, infatti, che le città sono il teatro del 73% degli incidenti, anche mortali, e che per oltre la metà dei casi vedono come cause principali l’eccesso di velocità,  la mancata precedenza ai pedoni sugli attraversamenti e la guida distratta. Mentre, però, sulle strade italiane si registra un morto ogni tre ore e un ferito ogni 2,5 minuti – il 50% delle vittime sono pedoni e ciclisti – le città europee che hanno scelto di investire sulla moderazione della velocità registrano dati rilevanti a breve termine (In Italia il 44% delle vittime lascia la vita in incidenti in città, contro una media europea del 38%).

L’introduzione del limite di velocità urbano nelle metropoli europee ha contribuito a ridurre gli incidenti sulle strade. La funzionalità del provvedimento diffuso trova infatti conferma in alcune esperienze già attuate e collaudate dove sono state introdotte le città 30, da Grenoble in Francia a Graz in Austria, alla Città metropolitana di Bruxelles in Belgio, da Londra in Gran Bretagna a molte città spagnole e in Scozia. Nella capitale del Regno Unito, dopo l’approvazione dei limiti di 20 mph, le morti sulle strade si sono ridotte del 25%, mentre gli investimenti di pedoni si sono abbassati del 63%; a Bruxelles invece, dopo un anno dall’inaugurazione della “città 30 km/h”, avvenuta nel gennaio 2021, sono diminuiti del 28% gli incidenti e del 50% i morti e feriti gravi. Nella città di Edimburgo, l’attuazione del limite di velocità da 30 mph a 20 mph ha contribuito a tagliare del 40% il numero degli incidenti e del 33% il numero di feriti, aumentando anche il consenso delle persone da quando è stato introdotto il limite di velocità.

Per questo le associazioni #CITTA30SUBITO chiedono di seguire il loro esempio.

Il testo è stato adottato da alcuni parlamentari e depositato alla Camera dei deputati come proposta di legge dai gruppi di Pd, Avs, Azione-IV con lo scopo di offrire una cornice quadro nazionale per le città e i centri abitati con il fine ultimo di aumentare la sicurezza stradale. La proposta di legge è struttuirata in 18 articoli una visione organica di Città 30, non solo come abbassamento del limite di velocità, ma anche come ridisegno delle strade urbane, maggiori controlli ed educazione.

Vengono recepite tre delle norme europee più avanzate: quella spagnola, sulla riduzione diffusa della velocità a 30 km/h in tutti i centri urbani, quella inglese sulla gerarchia delle responsabilità degli utenti della strada in proporzione alla potenzialità di indurre un danno agli altri, e quella francese sulla promozione di una cultura della mobilità sostenibile negli spot tv.

Il cuore della legge è l’inversione fra regola ed eccezione nei limiti di velocità urbani rispetto al codice della strada attuale: al posto dei 50 km/h validi in generale eccetto le “zone 30”, la norma in città diventano i 30 km/h, eccetto solo gli assi classificati dai Comuni come di scorrimento veloce, con almeno due corsie per senso, mantenuti a 50 km/h. Ma la legge indica anche risorse, strumenti e semplificazioni per adeguare le norme sulla viabilità e sull’infrastruttura stradale alla moderazione del traffico e della velocità, al rafforzamento dei controlli, all’aumento del rispetto delle regole di comportamento sulla strada e alla diffusione di campagne di educazione, informazione e comunicazione rivolte alla cittadinanza e a tutti gli utenti.

La proposta di città30 - nell'intento dei suoi promotori - "non è solo il modo più efficace di ridurre i morti in strada, ma anche una straordinaria occasione di rigenerazione urbana, come dimostra anche la città di Bologna, il primo grande centro italiano che si è mosso concretamente in questa direzione. Per moderare la velocità è infatti necessario modificare lo spazio stradale in maniera infrastrutturale, realizzando riprogettazioni delle aree pubbliche che rendano immediatamente riconoscibile la città 30 e che cambino in maniera sostanziale l’uso della città e le abitudini di mobilità, creando un contesto urbano dove convenga vivere."

 Link: Slide riassuntive del disegno di legge

Per approfondire il tema della riprogettazione dei centri urbani, vi consigliamo la lettura dei seguenti articoli apparsi sul sito dell'Associazione Nuove Ri-Generazioni:

  • "Bologna ripensa lo spazio pubblico per diventare città30" (20.06.2023) dove sono illustrati gli interventi di trasformazione della morfologia cittadina, le risorse impiegate, la campagna di sensibilizzazione e informazione della cittadinanza attivata dalla giunta comunale;
  • "Progettare le città...riguarda tutti" (04.04.2023) dove si evidenzia che progettare strade urbane non è solo indispensabile per ridurre al minimo la dipendenza da auto e promuovere alternative sicure e sostenibili, ma può aiutare a intraprendere molte delle sfide che le città devono affrontare al di là del singolo aspetto che attiene la mobilità;
  • "Come pensare al futuro senza prevederlo" (23.08.2022) dove, a seguito dell'esperienza pandemica, si propone una riflessione sul futuro della città, del territorio e della progettazione dei luoghi di cura, in relazione al corpo e la malattia e di questi con lo spazio urbano;
  • "Prendersi cura delle città" (1.07.2022) dove si esplorano i “nuovi” rapporti tra cittadini e decisore pubblico nella programmazione e implementazione degli interventi urbani e nella successiva gestione, con un'attenzione particolare alle principali esperienze europee;
  • "Reinventarsi le città" (3.06.2022) dove sono illustrate alcune delle più importanti esperienze, in Italia e a livello internazionale, che coinvolgono i giovani nella progettazione delle città, volte a raggiungere, come indicato dall’Agenda 2030 dell’ONU, una sostenibilità economica, sociale e ambientale che non lasci indietro nessuno.

Per la Redazione - Serena Moriondo