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Foto Sateriale recentedi Gaetano Sateriale, coordinatore CERS2030 e Ferrara 2030 e componente del Comitato Scientifico dell'Ass. Nuove Ri-Generazioni

1.     L’italia, malgrado le enormi risorse a disposizione, non sta andando nella direzione giusta: gli indicatori trattati nei rapporti ASviS testimoniano del ritardo medio rispetto ai Goals Agenda 2030 in molti campi della sostenibilità ambientale, sociale, economica e istituzionale.

2.     Le criticità sono numerose: riduzione della popolazione, riduzione delle nascite, aumento della povertà, spopolamento, abbandono dei territori più interni, urbanizzazione con crescita di periferie senza servizi, abbandono della residenza nei centri storici a vantaggio di attività commerciali e alberghiere, speculazione degli affitti nei confronti delle residenze universitarie, disarticolazione del sistema sanitario verso una sua progressiva privatizzazione, la scuola dell’infanzia non accessibile per tutti e ovunque, trasporti pubblici inquinanti e non efficienti nelle città e fuori dai grandi percorsi dell’Alta Velocità, trasporto merci eccessivamente su gomma, gestione dei rifiuti non svolta in coerenza con i principi del riciclo, il prevalere di fonti energetiche fossili e costose, ecc.

3.     A questo si aggiunge una “disconnessione amministrativo-istituzionale” ormai cronica che renderà difficile la gestione coerente dei fondi PNRR e che diversifica territorialmente il BES (Benessere Equo Sostenibile) delle popolazioni aumentando anziché ridurre le diseguaglianze sociali, economiche, territoriali.

4.     Le “riforme” proposte a questo riguardo dal Governo in carica (presidenzialismo e autonomia differenziata) oltre a essere fra loro palesemente contraddittorie, non sono in grado di migliorare il livello di funzionalità e di efficienza del sistema amministrativo: il rafforzamento politico e lo spoil system non garantiscono la crescita dell’efficienza della pubblica amministrazione.

5.     È difficile credere che, di fronte a queste crisi radicate, possa essere sufficiente una battaglia politica parlamentare per far imboccare al Paese la strada coerente con gli obiettivi dell’Agenda 2030, senza una stagione di contrattazione-concertazione territoriale che sappia dare risposte ai bisogni (vecchi e nuovi) della popolazione e del territorio: i 2 Welfare già individuati come campi di intervento prioritario da Nuove Ri-Generazioni.

6.     La politica, da molto tempo, preferisce gestire i grandi rischi (idrogeologici, sismici, ambientali, vulcanici, ecc.) dal lato dell’emergenza e non della prevenzione. In tutti i campi “prevenire è meglio che curare”: è più efficace e meno costoso in termini di vite umane e di risorse da investire.

7.     Se i cambiamenti climatici moltiplicano i rischi e i loro effetti nefasti sul territorio e la popolazione, è urgente definire un programma pluriennale di intervento di manutenzione di fiumi, canali, crinali, aree interne, coste e di adattamento delle infrastrutture urbane ed extraurbane (ponti, fognature, strade, aree verdi, ecc.) alle nuove portate degli eventi, in una logica di riduzione della cementificazione. Questa scelta, tra l’altro, produce crescita del lavoro e delle imprese.

8.     Le città vanno rigenerate (nel rapporto tra bisogni e servizi) in una logica di prossimità e di autosufficienza dei quartieri e dei centri periurbani.

9.     A tale scopo, oltre che per riprendere percorsi di partecipazione e inclusione, vanno ripristinati punti di confronto sociale e istituzionale nei quartieri.

10.  Spetta al sindacato essere catalizzatore del malessere sociale e costruire una rete di alleanze che produca non solo momenti di mobilitazione politica quanto iniziative di costruzione di vertenze contrattuali territoriali.