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Foto Rossella Muronidi Rossella Muroni

Per dare una risposta strutturale alla crisi climatica e alla guerra russa all'Ucraina servono più rinnovabili, accumuli ed efficienza. Con risparmio e comunità energetiche che sono un aiuto concreto per ridurre i consumi e anche per arginare il caro bollette, grazie alla condivisione di energia pulita autoprodotta .
L'Europa sta provando a fare la sua parte ed è importante che, come documenta l’European electricity review pubblicata dal think tank Ember, l’energia eolica e quella solare abbiano generato un quinto (22%) dell’elettricità dell’Ue nel 2022, superando per la prima volta il gas (20%).

Il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans ha commentato soddisfatto: "Gli europei sanno che dobbiamo abbandonare i combustibili fossili. Le energie rinnovabili sono fondamentali per affrontare la crisi climatica e ridurre l’inquinamento atmosferico. Sono anche fondamentali per porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili russi". Una presa di coscienza e un'accelerazione sulle rinnovabili che purtroppo in Italia ancora non si vedono. Mentre le comunità energetiche stentano a dispiegare tutta la loro potenzialità in attesa del decreto attuativo.
 
La principale preoccupazione del governo, infatti, sembra essere la differenziazione degli approvvigionamenti di gas, spesso da paesi con problemi di rispetto dei diritti assai simili a quelli della Russia. E anche i dati di Terna parlano chiaro: lo scorso anno sono entrati in funzione nuovi impianti rinnovabili per soli 3 GW. Così diventa difficile realizzare quegli 85 GW di nuova potenza pulita al 2030 che secondo le stime e le proposte di Elettricità Futura ci consentirebbe di rispettare i target climatici europei al 2030 e di creare 470mila posti di lavoro nella filiera e nell'indotto elettrico. Eppure le nostre imprese sarebbero pronte. Quello che manca sembra proprio la volontà politica.
 

Per la Redazione - Serena Moriondo