di Luca Aterini
Sono stati appena pubblicati i risultati dell’ultimo sondaggio Eurobarometro condotto per conto della Commissione Ue, dai quali emerge che per oltre la metà (51%) dei cittadini europei che abita in città la “mancanza di alloggi a prezzi accessibili” è il problema più grave e urgente da affrontare, ancora prima della disoccupazione (33%), della carenza di servizi pubblici di qualità (32%) e della povertà (32%).
Quasi nove intervistati su dieci (88%) pensano che la loro città potrebbe trarre vantaggio dalla ristrutturazione degli alloggi esistenti per ridurre le bollette energetiche, costruendo nuovi alloggi a prezzi accessibili (83%) e controllando i prezzi degli affitti (82%).
La scarsa accessibilità delle case è un problema sempre più pressante anche nelle principali città italiane, a partire da quelle del centronord – Milano, Bologna, Firenze sono casi ormai paradigmatici –, su cui però il Governo non sta mettendo in campo alcuna azione significativa. Si distingue, anzi, per l’aperta ostilità alla direttiva europea sulle Case verdi, che impone di riqualificare entro il 2035 da 2,6 a 3,7 milioni di case italiane. Finita l’epoca del Superbonus, sull’efficientamento energetico delle case regna ancora oggi incertezza in merito alle nuove modalità di sostegno che il Governo vorrà (e dovrà) mettere in campo per aiutare i cittadini: si tratta di un impegno non da poco, perché il Politecnico di Milano stima serviranno 180 miliardi di euro per adeguarsi alla nuova direttiva.
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