"Per molti anni mi sono occupato di periferie e di “rigenerazione dal basso”, studiando soprattutto la città di Roma e i suoi quartieri e sviluppando una critica serrata alla “rigenerazione urbana” per come se ne parla diffusamente e secondo il mainstream prevalente. Al di là dell’intento positivo, infatti, spesso si tratta in realtà di operazioni di valorizzazione immobiliare, se non di vera e propria speculazione edilizia. Nel migliore dei casi, il nodo problematico della “rigenerazione urbana” è che si limita a concentrarsi sugli aspetti fisici dei quartieri (o addirittura dei singoli edifici) su cui intervenire, in questo risultando di fatto niente di più della “riqualificazione urbana” che già conosciamo e che pure ha avuto esperienze positive. Già questa, nei casi migliori, prospettava e prometteva un approccio integrato di più ampio respiro, che però, almeno in Italia, non c’è stato, se non raramente. Si tratta, quindi, di una cosiddetta “rigenerazione urbana” auspicata ma che, però, proprio per questi motivi, manca i suoi stessi obiettivi e viene meno alle aspettative che crea".
Inizia così il bel libro scritto da Carlo Cellamare, FUTURI URBANI POSSIBILI, che presenteremo a Roma il prossimo lunedì 23 giugno.
