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Immagine di scuola lavoro non si può morireVi segnaliamo l'articolo di particolare interesse di Pietro Causarano, professore associato all'Università di Firenze impegnato nella ricerca in Storia culturale e Storia sociale dell'educazione e del lavoro, dal titolo: "Morire lavorando, morire studiando" dell'aprile 2022 per SISLav - Società Italiana di Storia del Lavoro.

Sgombriamo il campo da ambiguità e equivoci che sono talvolta risuonati nello sdegno immediato: la morte sul luogo di lavoro dei due studenti tirocinanti non è diversa da quella che colpisce qualsiasi lavoratore o apprendista né è più grave, pur toccando forse maggiormente la sensibilità collettiva. E questa sorpresa emotiva dell’opinione pubblica e della politica rappresenta però anche un dato indicativo di un certo fatalismo diffuso: un incidente può succedere se si fanno certi lavori, ma non deve capitare ad uno studente in stage. Per riflettere su queste vicende così simboliche nella loro drammaticità, forse è bene però separare due questioni ben distinte: la prima riguarda la prevenzione, la salute e la sicurezza sul lavoro e per tutti i lavoratori, da cui deriva anche la problematicità dell’evento fatale e accidentale che ha coinvolto questi giovani studenti (..); la seconda riguarda la relazione fra formazione e lavoro di fronte all’esperienza scolastica e di studio e ai tirocini, un tema antico e a lungo dibattuto nella storia del sistema formativo italiano, almeno fin dalla prima industrializzazione in età giolittiana.

Link: MORIRE_LAVORANDO_MORIRE_STUDIANDO.pdf

Per la Redazione - Serena Moriondo