Torniamo a parlare della posizione fortemente critica verso la Legge approvata a fine aprile dal Consiglio regionale della Campania, su proposta della Giunta De Luca, in materia di governo del territorio da parte dell'Associazione Nuove Ri-Generazioni Campania e delle associazioni ambientaliste Legambiente, WWF, FIAB, Italia Nostra, Rete NoBOX, Marevivo, oltre che CNA costruzioni, Lega Coop, CIA, Confagricoltura, CGIL Campania, la FILLEA Cgil, lo SPI e il SUNIA e gli studenti dell’UDU.
Francesco Escalona, Presidente di Nuove Ri-Generazioni Campania, in un'articolo apparso sul periodico "Sindacato Nuovo" della Fillea Cgil, ha spiegato che si tratta di "Norme sbagliate, vecchie, che non affrontano nessuna delle vere, gravi urgenze ambientali, economiche e sociali della Campania. I contenuti rispondono, alla vecchia maniera, più ai desiderata dei grandi costruttori edili campani e nazionali - affiancati da una parte del mondo accademico - che non all’urgente necessità di fornire le risposte concrete che tutti attendono per affrontare i serissimi mutamenti intervenuti nell’ultimo trentennio nelle dinamiche geoclimatiche, sociali ed economiche. [..] Questa nuova legge punta dichiaratamente a “semplificare la pianificazione” utilizzando disinvoltamente gli incentivi, affidandoli alla “moneta urbanistica”.
Consentendo, ad esempio, nel caso di un’azione di demolizione e ricostruzione di immobili dismessi o degradati, una premialità del 35% di aumento di cubatura in più. Ma per alcuni casi anche fino al 50%. Una legge che permetterà a centinaia di capannoni industriali di essere oggetto di abbattimento e ricostruzione per fini prevalentemente residenziali - in una città che ha perso negli ultimi 20 anni più di 300.000 abitanti - col recupero totale della volumetria. Ne deriva il conseguente aumento della superficie coperta e quindi, ovviamente, di consumo di suolo.
Ma, quello che è più grave, - precisa Escalona - è che sarà una Legge che non affronterà, in nessuno dei suoi articoli, la nostra vera urgenza, ovvero: la non più prorogabile transizione ecologica, con nuove idee e nuove regole che facilitino e incentivino le azioni di contrasto e adattamento ai cambiamenti climatici. A questo quadro, confuso e inadeguato, si contrappongono adesso due interessanti e innovative iniziative di protesta, ancora una volta costruttiva, del mondo sindacale e associativo:
a) Una profonda riscrittura, alternativa, dal basso, di modifica della 16/04 per contrastare davvero il consumo di suolo, curata dagli esperti delle trenta Associazioni. Si è così prodotto un testo ombra “Per una nuova e moderna legge di governo del territorio” che punta a rappresentare “una chiara e concreta proposta organica alternativa”, che sarà presentata pubblicamente a breve, dopo un’ampia consultazione con Istituzioni e cittadini.
b) Parallelamente è in corso di ultimazione la raccolta firme di adesione a una ulteriore Proposta di Legge popolare, complementare alla precedente, che ne integra la visione ad altri settori, tesa in
questo caso al contrasto integrato ai cambiamenti climatici e all’adattamento agli effetti degli stessi nei territori.
Questa Proposta di Legge popolare, è stata elaborata e promossa negli scorsi mesi dal neonato Movimento Rigenera Campania - e vede la partecipazione di molti firmatari dell’altro documento - il quale, con l’aggregazione di altre piccole e grandi associazioni come Libera, ANPI o Slow Food. La Proposta di legge di Rigenera Campania, ad oggi, ha già raccolto, in poco più di un mese e mezzo, quasi 9000 delle 10.000 firme certificate necessarie. Ma ha anche già raccolto il voto favorevole di ben 14 consigli comunali (altri si stanno via via aggiungendo), tra cui quello di Avellino, città capoluogo. Tutti fattori che, ai sensi dello Statuto regionale, renderanno obbligatoria la discussione delle due proposte popolari complementari in Consiglio Regionale."
"In conclusione - spiega il Presidente di Nuove Ri-Generazioni - [..] è in atto in Campania fuori dalle stanze di governo, un grande processo democratico, spinto anche dal grande entusiasmo che si legge negli occhi dei tanti giovani che stanno partecipando alla mobilitazione. Molte cittadine e cittadini si stanno rendendo conto che la partecipazione non è solo un diritto ma soprattutto un dovere."
Anche l'Istituto Nazionale di Urbanistica della Campania - nonostante alcune condivisioni relative ad esempio alla necessità di intervenire sulla “forma del piano” rafforzandone il ruolo, in una prospettiva di connotare il Piano Strutturale Urbanistico (PSU) come piano delle tutele, del perseguimento dell’obiettivo del minimo consumo di suolo e della rigenerazione urbana - ha espresso in audizione alcune perplessità sul testo della proposta, ora diventata Legge.
In particolare, l'Istituto ha voltuo specificare che, tra i suoi principi, l'INU ha quello della centralità della pianificazione a tutti i livelli ed è contrario ad ogni forma di deroga. Si fa, inoltre notare, che non si fa cenno alle infrastrutture verdi e blu a livello comunale e di area vasta in luogo delle più tradizionali reti infrastrutturali e si ritiene poco convincente il ricorso alle “monetizzazioni” ritenendo invece importante introdurre nuovi obiettivi ecologici e dare credibilità all’urbanistica come motore di trasformazione ecologica delle città. In sostanza l'INU ha chiesto di trovare strumenti tecnici di riduzione del consumo di suolo con l’obbligatorietà di un PSU rivolto esclusivamente alla gestione dell’esistente con interventi edilizi di adeguamento energetico e ambientale, con il consolidamento della città pubblica in maniera sostenibile e resiliente, la messa in sicurezza del patrimonio culturale e l’eccezionalità di interventi di trasformazione edilizia nei grandi comuni; oltre alla necessità di stabilire un programma regionale di contenimento quantitativo del consumo di suolo, con il coinvolgimento di città metropolitana e province.
* Foto di Vincenzo De Simone su Unsplash
Per la Redazione - Serena Moriondo