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immagine economia circolareIl 10 febbraio 2021, il Parlamento europeo ha approvato il nuovo Piano d'azione per l'Economia circolare (Risoluzione (2020/2077(INI)). Tra i vari aspetti affrontati, la Risoluzione specifica che, secondo studi recenti, l'economia circolare ha la potenzialità di aumentare il PIL dell'UE di un ulteriore 0,5 % e di creare oltre 700 000 nuovi posti di lavoro entro il 2030. L'economia circolare, unitamente all'obiettivo di azzeramento dell'inquinamento per un ambiente privo di sostanze tossiche, è inoltre un fattore chiave per la riduzione dell'impronta ambientale complessiva della produzione e dei consumi europei, rispettando i limiti del pianeta e proteggendo la salute umana, garantendo nel contempo un'economia competitiva e innovativa.

Sottolinea che l'economia circolare può fornire soluzioni alle nuove sfide provocate e messe in evidenza dalla crisi causata dal COVID-19, rafforzando le catene del valore all'interno dell'UE e riducendone la vulnerabilità, e rendendo gli ecosistemi industriali europei più resilienti e sostenibili nonché competitivi e redditizie. Incoraggia le imprese a preparare piani di transizione come parte della loro relazione annuale, descrivendo come e quando intendono raggiungere la neutralità climatica, l'economia circolare e la sostenibilità.

Sostiene il progetto di introdurre passaporti digitali per i prodotti al fine di aiutare le imprese, i consumatori e le autorità di sorveglianza del mercato a tenere traccia dell'impatto climatico, ambientale, sociale e di altro tipo di un prodotto lungo tutta la catena del valore e a fornire informazioni affidabili, trasparenti e facilmente accessibili sulla durabilità del prodotto e sulle relative possibilità di manutenzione, riutilizzo, riparazione e smantellamento, e sulla sua gestione alla fine del ciclo di vita, nonché sulla sua composizione in termini di materiali e sostanze chimiche utilizzati e sul loro impatto ambientale e di altro tipo.

Invita la Commissione a far sì che gli impatti sulla salute, sull'ambiente e sul clima dei processi e dei risultati delle nuove tecnologie di riciclaggio e di recupero siano valutati in modo approfondito a livello industriale prima di essere incentivati, e a garantire trasparenza nel corso di tutta la valutazione.

La risoluzione indica le principali catene del valore dei prodotti elettronica e Tic; batterie e veicoli; imballaggi; plastica; prodotti tessili; costruzione ed edilizia; prodotti alimentari, acqua e nutrienti e invita gli Stati membri a sostenere l'istituzione di poli per la circolarità in tutte le regioni, i cluster industriali e le comunità locali europee e la loro cooperazione, nello spirito della proposta di un "Nuovo Bauhaus europeo", fornendo sostegno allo sviluppo di modelli circolari nella progettazione, negli appalti e nella gestione dei rifiuti. Sottolinea il ruolo chiave dei consumatori nella prevenzione e nella gestione dei rifiuti e la necessità di agevolare il coinvolgimento dei cittadini nella raccolta differenziata dei rifiuti; ribadendo che gli Stati, le autorità regionali e locali hanno il compito di sensibilizzare l'opinione pubblica in merito al consumo sostenibile.
Infine, il Parlamento nel chiedere che il piano d'azione per l'economia circolare sia collegato all'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali e della strategia per la parità di genere e a garantire una transizione giusta, sottolinea il ruolo fondamentale delle parti sociali negli aspetti sociali e connessi al lavoro della transizione verso un'economia circolare.

Una riflessione sull'Economia circolare. Le città, i nuovi giacimenti urbani di Serena Moriondo:  Economia_circolare._Le_Città_i_nuovi_giacimenti_urbani_-_Serena_Moriondo_27022021.pdf

Risoluzione UE (2020/2077(INI)): RISOLUZIONE_UE_TA-9-2021-0040_IT.pdf

Per la Redazione - Serena Moriondo