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Foto pensioni 1Il 15 novembre scorso avevamo pubblicato la notizia sulla imminente rivalutazione delle pensioni -  conquistata dei sindacati dei pensionati con il precedente Governo - che avrebbe migliorato da gennaio 2023 le condizioni economiche di migliaia di pensionati.

Il governo Meloni però, con la nuova manovra, ha deciso di tagliare la rivalutazione e i pensionati perderanno molti soldi. Una vergogna!

A denunciare il fatto, lo SPI Cgil: "Dal 1° gennaio le pensioni dovevano essere rivalutate al 100% fino a quattro volte la soglia minima, al 90% tra quattro e cinque volte, al 75% da cinque in su.
Il governo Meloni ha ora riscritto questo meccanismo, che era stato conquistato dai sindacati dei pensionati con il governo Draghi, tagliando la rivalutazione in particolare per le pensioni da quattro volte in su. 
Stiamo parlando di assegni mensili netti da 1.500 euro e quindi di certo non di pensioni ricche.

Secondo una prima stima dello Spi-Cgil la perdita pro-capite sarà di 1.200 euro all’anno per 4,3 milioni di pensionati.
 Invece l’aumento della rivalutazione delle pensioni minime, tanto sbandierato dal governo, porterà solo 10 euro in più al mese."

Lo sradicamento della povertà è il primo obiettivo dell'Agenda 2030 dell'ONU.  Non a caso, nel 2022, è stato messo a punto il Multidimensional Poverty Index Report che svela nuovi "profili di povertà" che devono essere affrontati con urgenza. Il rapporto, infatti, identifica una serie di "pacchetti di privazione" - modelli ricorrenti di povertà - che hanno un impatto comune su coloro che vivono in condizioni di povertà multidimensionale in tutto il mondo: un passo cruciale nella progettazione di strategie che affrontino contemporaneamente molteplici aspetti della povertà.

Ma, evidentemente, il Governo Meloni ha deciso di ignorare che in Italia "La crisi - come ha dichiarato il Presidente dell'INPS nella sua relazione annuale - ha lasciato strappi vistosi nella distribuzione dei redditi lavorativi (...):4,3 milioni hanno meno di 9 euro lordi l'ora, 1 su 3 guadagna meno di mille euro al mese tanto che "una quota crescente di lavoratori percepiscono un reddito da lavoro inferiore alla soglia di fruizione del reddito di cittadinanza" un fenomeno quello della povertà lavorativa che in Italia è più marcato che negli altri Stati europei.

Per non parlare delle pensioni attuali, l'INPS ha infatti dichiarato che "Da un’analisi del 20% più povero tra i pensionati (fino a 10.000 euro annui) emerge che solo il 15% dei pensionati in questa fascia riceve un assegno sociale e il 26% una pensione ai superstiti. Quasi il 60% percepisce una pensione di vecchiaia o anticipata dal Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti, il che riflette il fenomeno della povertà lavorativa che hanno sperimentato nei decenni precedenti, in cui erano attivi." In sostanza, abbiamo bisogno di più lavoro e di lavoro meglio retribuito se vogliamo assicurare al Paese la sostenibilità del suo sistema di welfare ma è evidente che questo Governo, al di là delle tante parole e ad un approccio familista, non ha alcun interesse ad affrontare il problema.

Foto manifestazioni pensionati unitaria Per questo il Segretario Generale della Cgil, Maurizio Landini, ha usato parole dure contro la manovra: "Penalizza i più poveri, aumenta la precarietà, premia gli evasori fiscali. Il governo non ci ascolta".

"In un contesto difficile come quello che viviamo, si tratta di una manovra che penalizza i più poveri, aumenta la precarietà introducendo i voucher, premia gli evasori con tante forme di condono e attraverso la flat tax. Insomma colpisce ulteriormente i lavoratori dipendenti. (..) L'esecutivo inoltre non si confronta con i sindacati. "Abbiamo fatto le nostre proposte nell’unico incontro, ma al momento il governo non ci ascolta, non ci sono tavoli in cui aprire la discussione. Da parte nostra, abbiamo chiesto il cuneo fiscale di cinque punti sul lavoro dipendente, perché c’è una mensilità che è stata persa da recuperare. Abbiamo chiesto una riforma fiscale degna di questo nome. Vogliamo detassare gli aumenti salariali nei contratti ed eliminare i voucher, non reintrodurli". Allo stesso tempo, a livello complessivo, "crediamo ci sia bisogno di investimenti seri per costruire nuove politiche industriali".

Inoltre per Landini “la sanità pubblica è a rischio. Siamo di fronte a tagli, mentre la sanità ha bisogno di molti investimenti. Esattamente come l’istruzione. Noi chiediamo di tassare gli extra-profitti, perché i soldi ci sono ma bisogna andarli a prendere, senza colpire i poveri e facendo seriamente la lotta all'evasione". 

Il giudizio è dunque negativo, per questo il sindacato intende mobilitarsi a difesa dei ceti più deboli.

Per la Redazione - Serena Moriondo