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Foto Anna Alberghina Una galleria di 100 ritratti che esplorano le infinite sfaccettature dell’essere donna nelle culture non globalizzate. Celebrando la bellezza, l’originalità e i valori profondi che le donne custodiscono, spesso al prezzo di grandi sofferenze. Un universo sospeso, che la globalizzazione rischia di far esplodere.

Dal 15 dicembre 2022 gli scatti di Anna Alberghina che rappresentano splendide figure femminili sono esposti al MAS, Museo d’Arte e Scienza di Milano, in una mostra realizzata con il supporto dell’Associazione “Libertà di essere DONNE VIVE” (nata durante il lockdown per contrastare con azioni concrete la violenza su donne e minori) e la casa editrice Magenes Editoriale che cura anche la pubblicazione del volume d’arte, nelle librerie dal 25 novembre.

Anna Alberghina viaggia da 40 anni alla ricerca di popoli “intatti” per conservarne una traccia che li sottragga all’oblio.

Dalle donne Aftar, di casa negli scenari da inferno dantesco della Dancalia (tra Etiopia, Eritrea e Gibuti), alle eredi dei Maya che vivono nella Sierra de los Cuchumatanes, in Guatemala; dalle ragazze Rabari nei villaggi del Gujarat, il distretto più occidentale dell’India, ai visi orientali delle donne di etnia Miao, nello Yunnan, una regione della Cina il cui nome significa “a Sud delle nuvole”.

Foto Anna Alberghina Bimba Muchimba Angola RIDOTTACento ritratti di “Donne in bilico” con le loro speranze, la loro fierezza, custodi spesso a prezzo di non poche sofferenze di una cultura rimasta sospesa, capace di mostrarci quello che abbiamo guadagnato, ma anche e forse soprattutto “tutto ciò che abbiamo perduto”.

Secondo le stime ONU, i popoli indigeni oggi contano 476 milioni di persone in 90 nazioni diverse. Tra loro, circa 150 milioni vivono in società tribali. Secondo il movimento Survival International  l'evidenza scientifica dimostra che i popoli indigeni comprendono e gestiscono i loro ambienti meglio di chiunque altro: l'80% della biodiversità della Terra si trova nei loro territori!  Il movimento si batte per un mondo in cui i popoli indigeni siano rispettati come società contemporanee e i loro diritti umani tutelati. Tra loro vi sono ancora alcune tribù incontattate, questi gruppi non sono reliquie arretrate e primitive di un passato ormai lontano. Sono nostre contemporanee, e costituiscono una parte importante della diversità umana e non c’è biodiversità senza diversità umana. Per questo per proteggere la biodiversità il modo migliore è quello di rispettare i diritti territoriali dei popoli indigeni, i migliori conservazionisti. È il fondamento del loro modo di vivere, il luogo dei loro antenati, la fonte della maggior parte di ciò che li sostiene.

Le donne, in particolare, svolgono un ruolo fondamentale nella gestione delle loro terre e delle risorse. La loro interazione e le reciproche relazioni con la natura e la loro pratica di gestione sostenibile delle risorse e di tutela e valorizzazione della biodiversità incarnano la conoscenza delle popolazioni locali in tutto il mondo. Le donne svolgono anche un ruolo fondamentale nella sicurezza alimentare nell’economia di sussistenza in quanto sono le principali produttrici di cibo. 

Per la Redazione - Serena Moriondo