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Foto progetto citta milano I cambiamenti climatici, la pandemia, l’inquinamento urbano, la mobilità sostenibile e le disuguaglianze nella salute della popolazione devono essere affrontati con politiche integrate e multidisciplinari.

Una buona pianificazione urbana produce co-benefici per la salute e il benessere individuale e del pianeta. 

In questa serie di approfondimenti, la rivista The Lancet - una delle riviste mediche più prestigiose al mondo - mostra come gli indicatori possano accompagnare le decisioni su ciò che deve cambiare per realizzare città sane e sostenibili e come la ricerca possa indirizzare le politiche urbane per raggiungere la salute urbana e della popolazione. Gli autori forniscono strumenti che altre città possono utilizzare per replicare gli indicatori ed esplorano “dove andare” per creare città sane e sostenibili, in particolare alla luce della pandemia COVID-19 e dei cambiamenti climatici.

Lo studio confronta le politiche per la pianificazione urbana di 25 città in 19 Paesi a reddito medio-basso, medio-alto e alto raccogliendo dati in modo sistematico riguardo gli indicatori relativi:

  • alla pianificazione urbana integrata,
  • all’inquinamento atmosferico,
  • all’accessibilità dei luoghi,
  • alla distribuzione dell’occupazione,
  • alle restrizioni relative ai parcheggi,
  • alla progettazione, alla densità,
  • alla distanza dai trasporti pubblici e agli investimenti nelle infrastrutture di trasporto.

L’analisi ha identificato i punti di forza, i limiti e le lacune delle politiche, consentendo di confrontare le città.

Si è riscontrato che, nonostante la retorica della politica che sostiene città sane e sostenibili, gli obiettivi politici misurabili per raggiungere questi traguardi sono pochi. Inoltre alcune politiche non sono coerenti con le evidenze della sanità pubblica, il che crea ostacoli al raggiungimento di ambienti urbani sani e sostenibili.

Questo contributo, dopo quello pubblicato nel 2016, illustra i risultati dello studio International Physical Activity and the Environment Network Adult (noto come IPEN) (14 città in dieci Paesi) che ha indagato la relazione tra progettazione urbana, trasporti e spostamenti a piedi.

In particolare lo studio ha rilevato che i quartieri che superano circa 5700 persone per km2, 100 incroci per km2 e 25 fermate del trasporto pubblico per km2 sono stati associati al raggiungimento di uno o di entrambi gli standard associati ad un buon livello di attività fisica (almeno l’80% di probabilità di impegnarsi in qualsiasi spostamento a piedi e l’obiettivo dell’OMS di una riduzione relativa di almeno il 15% della sedentarietà attraverso gli spostamenti a piedi). Anche la vicinanza ai parchi pubblici è risultata associata a un maggior livello di attività fisica.

Questo studio ha sviluppato un quadro di calcolo degli indicatori urbani riutilizzabile e open-source che usa dati aperti per consentire analisi comparative locali e globali coerenti. Lo si dimostra calcolando indicatori spaziali – per 25 città diverse in 19 Paesi – delle caratteristiche di progettazione e trasporto urbano che supportano la salute e la sostenibilità ambientale. Indicatori che sono poi associati ai contesti politici delle città per identificare le popolazioni che vivono al di sopra e al di sotto delle soglie critiche per l’attività fisica a piedi.

Gli autori concludono questa serie fornendo una lista di raccomandazioni indirizzata alle organizzazioni, ai decisori regionali e locali, ai cittadini, ai ricercatori e agli enti finanziatori. In particolare, gli autori esortano  i Sindaci delle città e i Governi regionali e nazionali a trasformare la governance urbana uncoraggiando la pianificazione, il monitoraggio e il budgeting partecipativi; ascoltando le voci dei gruppi inascoltati, comprese le bambine e i bambini, i giovani, coloro che vivono in povertà, le comunità indigene, ecc.

Link: La serie completa di approfondimenti

Per la Redazione - Serena Moriondo