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Disegno casa che scappaAvercela una casa per poter esclamare come Dorothy: "Nessun posto è bello come casa mia"!

Gli homeless rappresentano una delle forme più estreme di povertà nelle società avanzate. Sono persone che faticano a risolvere i problemi quotidiani di sussistenza e sono prive delle risorse necessarie per disporre di un’abitazione stabile e adeguata. Pur non presentando dimensioni e rilevanza sociale paragonabili a quelle che si registrano negli Stati Uniti o in altri paesi europei, il fenomeno merita attenzione anche nel nostro Paese: è in crescita la popolazione a rischio di sperimentare situazioni difficilmente sostenibili e compensabili, a causa della precarietà del lavoro e dei legami sociali.

L’ Osservatorio europeo sulla homelessness ha tentato di definire, attraverso un approccio di compromesso tra i diversi approcci nazionali, cosa sia l’homelessness individuando degli elementi ricorrenti in ogni approccio: la multifattorialità; la progressività del percorso di
marginalizzazione
; l’ esclusione dalle prestazioni minime di welfare e la difficoltà nello strutturare e mantenere relazioni sociali significative. Ciò ha permesso di spostare l’attenzione sul ruolo della società e della comunità locale piuttosto che su elementi propri delle persone.
L’homelessness è stata, quindi, meglio inquadrata
come una condizione transitoria e dinamica e non una esperienza statica per la quale sarebbe quindi possibile individuare a priori dei fattori di vulnerabilità. Appare ora chiaro che spostando l’accento su uno degli elementi individuati piuttosto che sull’altro si può giungere a letture completamente diverse del fenomeno.

COPERTINA VII RAPPORTO HOMELESSLa FEANTSA, ha proceduto, quindi, ad una classificazione dettagliata del disagio abitativo, la European Typology on Homelessness and Housing Exclusion (ETHOS), declinandola in vari gradi di gravità ed ufficialmente adottata dalla Commissione Europea nel 2013.

Il quadro delineato da European Federation of National Organisations Working with the Homeless (FEANTSA) e Fondation Abbé Pierre nel loro settimo Rapporto, offre lo spunto per una riflessione sulla condizione abitativa in Europa,  gli effetti della pandemia sull’inclusione abitativa delle persone povere o a basso reddito e alcune raccomandazioni per affrontare le situazioni più gravi legate agli sfratti e a chi non può permettersi un alloggio.

In sintesi, lo studio prodotto da FEANTSA e dalla Fondation Abbé Pierre , evidenzia un aumento delle persone in ritardo col pagamento di affitti o mutui. La situazione per molte famiglie è, infatti, peggiorata dopo la cessazione di alcune misure che erano state introdotte per contenere gli effetti della pandemia. Inoltre, secondo le stime riportate nel Rapporto, ogni notte in Europa 700.000 persone dormono in strada o nei dormitori,  con un incremento del 70% tra il 2009 e il 2019.

Alcuni dati:

In Italia 50.724 persone hanno richiesto assistenza di base (ad es. docce, cibo, riparo, ecc.) a uno dei 768 fornitori di servizi nelle 158 città intervistate nel Rapporto. Nel 2020, 1,9 milioni di persone hanno usufruito dei servizi di Caritas Italiana. Il numero di utenti dei servizi per senzatetto è diminuito dal 20% nel 2019 al 16% nel 2020 (22.527). (Fonte: Istat e Caritas). Queste persone costituiscono uno dei gruppi di popolazione potenzialmente più vulnerabili alla CoViD-19. Nonostante ciò, l’Italia accusa un preoccupante ritardo nell’attuazione di una strategia nazionale coordinata per proteggere le persone senza dimora dagli effetti potenzialmente devastanti causati da CoViD-19.

Il Censimento Permanente della Popolazione e delle Abitazioni 2021 dell'Istat si pone come obiettivo anche la rilevazione delle convivenze anagrafiche e delle cosiddette “popolazioni speciali”. Al censimento del 2011 erano circa 125mila le persone rilevate in altro tipo di alloggio - cioè persone che vivevano nei campi attrezzati, nelle baracche, nei garage e nelle situazioni di fortuna, compresi circa 35 mila senza tetto - e si ipotizza che nell’arco di dieci anni questa parte della popolazione sia aumentata come conseguenza della crisi economica.

Foto portafoglio vuoto pensionionato Il problema però non riguarda solo coloro che sono “già in strada”, ma anche quelli a rischio.

Il 3,3% dei nuclei familiari in Europa è in ritardo nel pagamento dei canoni di affitto o delle rate del muto, con un incremento del 19% tra il 2019 e il 2020. In Italia questa percentuale si attesta al 2,3%, ma con una crescita superiore pari al 21%.

Questa difficoltà si deve soprattutto all’aumento dei costi abitativi. il Rapporto riporta che oltre il 7% della popolazione europea spende più del 40% del proprio reddito per spese abitative. Una percentuale destinata a crescere per effetto dell’aumento dei costi energetici: già tra il 2020 e il 2021 in tutti quasi tutti i Paesi europei, il prezzo di luce e gas era aumentato sensibilmente, ma è tra febbraio e marzo 2022 che è cresciuto di ben il 43% per effetto del conflitto in Ucraina.

Lo studio dedica particolare attenzione al tema degli sfratti, evidenziando come la perdita dell’abitazione sia un costo per la persona sfrattata, perché ha gravi effetti sulla salute, sull’esclusione sociale, e sulla povertà – ad esempio perché compromette le possibilità di ottenere e mantenere un’occupazione. Ma ha anche costi sociali, ad esempio in termini di salute pubblica, come dimostrano alcuni studi condotti negli Usa sui senza dimora e Covid; e sulle spese per la giustizia, considerando i costi di procedimenti e processi.

Tra le indicazioni da seguire per prevenire gli sfratti e intervenire laddove si verificano, vi sono:

  • il supporto finanziario per il pagamento degli affitti arretrati;
  • il supporto giuridico e tecnico per aiutare chi è sfrattato;
  • l’offerta di soluzioni abitative alternative;
  • la collaborazione tra gli stakeholder coinvolti come, ad esempio, servizi sociali, associazioni, sindacati, ecc.

Lo studio ribadisce alcuni concetti chiave:

  • nessuno dovrebbe essere sfrattato senza la garanzia di poter accedere ad un altro alloggio, diventando così una persona senza dimora, indipendentemente dallo scoppio di una pandemia e nel rispetto del diritto internazionale
  • per rafforzare e adattare le misure di prevenzione è necessario che i dati sugli sfratti siano aggiornati e di qualità;
  • le strategie di prevenzione degli sfratti dovrebbero includere un quadro giuridico che promuova la tutela del diritto all’alloggio per i più bisognosi, servizi specializzati per fornire consulenza legale, garanzia di un rapido ricollocamento alloggiativo e un supporto per le persone sfrattate, garanzia di una dotazione di alloggi economicamente accessibili e adeguati per le persone a basso reddito, coordinamento delle strategie locali e scambio di buone pratiche, sufficienti risorse finanziarie;
  • le strategie di prevenzione degli sfratti dovrebbero valorizzare le migliori pratiche che è possibile semplificare nel potenziamento degli aiuti finanziari,  nell’accesso al diritto ad avere un'abitazione dignitosa, proteggendo gli occupanti, contrastando la finanziarizzazione dell’edilizia abitativa;
  • elaborare strategie ambiziose e di lungo termine per contrastare lo strutturale disfunzionamento dei mercati immobiliari europei;
  • allineare l’obiettivo del contrasto alla povertà energetica con il contrasto all’esclusione abitativa e alla grave emarginazione adulta, ovvero aumentare gli investimenti in efficientamento energetico garantendo al contempo garanzie sociali per gli occupanti;
  • utilizzare le risorse del Recovery Fund come leva per raggiungere l’obiettivo di porre fine alla homelessness;
  • rendere la Piattaforma Europea per il contrasto alla homelessness uno strumento di cambiamento nelle politiche pubbliche. La voce, i bisogni e le esperienze delle persone senza dimora devono essere messi al centro del dialogo e dell’azione.

FOTO SENZATETTO FREDDO 1Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano, secondo il Rapporto, può rappresentare - come per altri interventi - il maggiore potenziale nella prospettiva di contrasto all’homelessness. Esso prevede:

  • 450 milioni di euro per aiutare i senza dimora ad accedere a soluzioni abitative temporanee, sia in dormitorio che in abitazione, integrando tali soluzioni con servizi volti all’empowerment e all’inclusione sociale;
  • un piano operativo per l’Housing First con l’obiettivo di supportare, entro il 2026, 25.000 senza dimora per un periodo minimo di 6 mesi;
  • incrementare l’edilizia residenziale pubblica;
  • ristrutturare 200 stabili confiscati alla mafia per metterli a disposizione di progetti rivolti a persone in vulnerabilità abitativa;
  • 300 milioni di euro per alloggi destinati ai lavoratori agricoli;
  • 200 milioni di euro per alloggi studenteschi.

Link: Rapporto Seventh overview of housing exclusion in Europe

Link: Programmazione-21-23-giugno-2022.pdf

Per la Redazione - Serena Moriondo