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Copertina Rapporto ASviS 2021 I dati illustrati nel Rapporto mostrano come la situazione del nostro Paese sia critica. Se non interverranno cambi di passo decisi, l’Italia non conseguirà gli Obiettivi dell’Agenda 2030 nei tempi concordati in sede ONU, con conseguenze gravi. Il Rapporto contiene un’analisi approfondita nel campo dello sviluppo sostenibile dell'ultimo anno, suddivisa per capitoli a seconda del livello preso in analisi:

  • quello globale, con un focus sugli sviluppi dello High Level Political Forum delle Nazioni Unite;
  • quello europeo, illustrando le novità introdotte dalla Commissione, al Consiglio e dal Parlamento
  • quello italiano, comprensivo di una illustrazione del posizionamento del nostro Paese rispetto ai 17 SDGs; le iniziative del Governo in risposta alla crisi COVID-19; la Pandemia; Giovani generazioni e sviluppo sostenibile;  Il tema dell’eguaglianza di genere attraverso gli eventi e i documenti programmatici del 2021; le attività dell’ASviS; l'opinione degli italiani sullo sviluppo sostenibile; l’evoluzione della normativa e la situazione specifica per i diversi Goal.

La pandemia - spiega il Rapporto - ha avuto un impatto drammatico sul raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 e ha contribuito ad aggravare la situazione dell’Italia.
Tra il 2019 e il 2020 l’Italia mostra segni di miglioramento solo per tre Obiettivi, relativi a sistema energetico (Goal 7), lotta al cambiamento climatico (Goal 13) e giustizia e istituzioni solide (Goal 16). Si registra una sostanziale stabilità per altri tre Obiettivi: alimentazione e agricoltura sostenibile (Goal 2), acqua (Goal 6) e innovazione (Goal 9). Sono peggiorati invece gli indicatori relativi a 9 obiettivi: povertà (Goal 1), salute (Goal 3), educazione (Goal 4), uguaglianza di genere (Goal 5), condizione economica e occupazionale (Goal 8), disuguaglianze (Goal 10), condizioni delle città (Goal 11), ecosistema terrestre (Goal 15) e cooperazione internazionale (Goal 17). Per i Goal 12 (economia circolare) e 14 (ecosistemi marini) è stato valutato di non calcolare il 2020 in assenza di informazioni disponibili.

Anche nel confronto con gli altri Paesi UE la situazione del nostro Paese si conferma critica, risultando al di sotto della media europea per 10 dei 16 indicatori analizzati (Goal 1, 4, 5, 6, 8, 9, 10, 11, 16 e 17), allineata per 3 (Goal 3, 13 e 15) e al di sopra per 3 (Goal 2, 7 e 12) nel 2019, ultimo anno in cui si hanno dati disponibili, escludendo quindi gli effetti della pandemia.

Per il futuro - dall’analisi basata sulle tendenze degli ultimi anni - emerge che l’Italia potrebbe riuscire a centrare solo i Target associati a quattro Goal: coltivazioni destinate a colture biologiche (Goal 2), morti in incidenti stradali (Goal 3), consumi finali lordi di energia (Goal 7) e tasso di riciclaggio (Goal 12). Negative o decisamente negative appaiono invece le tendenze per 21 Target quantitativi: persone a rischio povertà o esclusione sociale (Goal 1), fertilizzanti distribuiti in agricoltura (Goal 2), partecipazione alla scuola d’infanzia (Goal 4), parità di genere nel tasso di occupazione e nel Numero occupati specializzati in ICT (Goal 5), efficienza delle reti idriche (Goal 6), energia da fonti rinnovabili (Goal 7), Tasso di occupazione e Quota di NEET (Goal 8), Trasporto merci su ferrovia e Spesa per ricerca e sviluppo (Goal 9), Disuguaglianza del reddito (Goal 10), Offerta del trasporto pubblico locale e Qualità dell’aria (Goal 11), Emissioni di gas serra (Goal 13), Sovrasfruttamento degli stock ittici e aree marine protette (Goal 14), Consumo di suolo (Goal 15), Affollamento degli istituti di pena e Durata dei procedimenti civili (Goal 16), Quota di Aiuto Pubblico allo Sviluppo sul RNL (Goal 17). Per quattro Target non è stato possibile valutare l’andamento per la mancanza dei dati in serie storica: Competenze alfabetiche e numeriche non adeguate degli studenti (Goal 4), Stato ecologico dei corpi idrici superficiali (Goal 6), Aree terrestri protette (Goal 15).

Per indirizzare l’azione del Governo e delle istituzioni, il Rapporto include un elenco di proposte trasversali da attuare con urgenza:

• portare a compimento l’iter legislativo per l’inserimento in Costituzione del Principio di sviluppo sostenibile;

• definire con chiarezza la responsabilità della Presidenza del Consiglio nel sovraintendere all’attuazione complessiva dell’Agenda 2030 in Italia;

• aggiornare la Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile (SNSvS), in coerenza con le proposte formulate nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e con il Programma Nazionale di Riforma (PNR);

• aggiornare il PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima), per allinearlo agli obiettivi europei di un taglio alle emissioni per almeno il 55% entro il 2030, nella direzione della neutralità climatica entro il 2050 e approvare il Piano Nazionale dell’Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) aggiornato ai nuovi indirizzi dell’UE;

• costruire a partire dalla Legge di Bilancio per il 2022, un piano con una sequenza temporale definita per l’eliminazione dei sussidi alle fonti fossili e dannosi per l’ambiente;

• assumere gli impegni internazionali sul contrasto ai cambiamenti climatici e perdita di biodiversità come guida delle politiche nazionali;

• creare, con la Legge di Bilancio per il 2022, un Ente pubblico di ricerca per gli studi sul futuro e la programmazione strategica, con il compito di effettuare ricerche sulle future evoluzioni dei fenomeni sociali, ambientali ed economici e sulle loro implicazioni per il disegno e l’attuazione delle politiche pubbliche, anche a livello locale;

• attuare rapidamente la Strategia nazionale per la parità di genere presentato dalla Ministra Bonetti e istituire un Tavolo di confronto istituzionale permanente con la società civile sulle politiche di genere;

• garantire che il tema delle giovani generazioni, indicato come trasversale dal PNRR italiano, abbia un’effettiva valenza nel disegno di tutte le politiche;

• riformare complessivamente l’esistente sistema di welfare per dargli una prospettiva universale, semplificando le procedure e l’accesso ai servizi e garantendo la copertura alle fasce della popolazione attualmente escluse;

• garantire il raggiungimento della quota dello 0,7% del Reddito Nazionale Lordo (RNL) per l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo da parte dell’Italia entro il 2025, e proporre che la medesima scadenza venga rispettata a livello europeo.

Link: Rapporto_ASviS_2021.pdf

Per la Redazione - Serena Moriondo