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Foto iniziativa FerraraEra un'iniziativa programmata da mesi quella che si è tenuta a Ferrara il 30 maggio sul tema della fragilità del territorio ferrarese, un territorio tra terra e acqua. Si tratta  di una iniziativa lungimirante dati gli eventi alluvionali che si sono susseguiti in queste settimane nella regione dell'Emilia Romagna.

Uno degli oltre 800 eventi organizzati all'interno del Festival dello Sviluppo Sostenibile di ASviS,  che è stato capace di offrire uno spazio concreto di dibattito e di costruzione di una rete ai vari soggetti presenti sul territorio e di informazione ai cittadini, per affrontare sfide ambientali, sociali ed economiche che il nostro Paese deve saper cogliere con urgenza.

L'evento è stato fortemente voluto da Gaetano Sateriale -  già Presidente dell'Associazione nazionale Nuove Ri-Generazioni e attuale Coordinatore di Emilia-Romagna Sostenibile 2030 (CERS2020) e Ferrara2030 - e realizzato con Stefano Calderoni, Presidente del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara e l'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po. 

Foto alluvione Ferrara maggio 2023Un territorio, quello ferrarese,  a rischio idrogeologico, che fa parte di un bacino dove convivono 7 categorie climatiche diverse e dove siccità estrema alternata a piogge torrenziali sono ormai una realtà da affrontare.

Nel corso del convegno il tema è stato analizzato da un punto di vista climatologico, ambientale, economico e agricolo grazie al contributo di esperti come il Direttore generale Mauro Monti; Carlo Cacciamani, Direttore Agenzia Italia Meteo; Giuseppe Castaldelli, Professore Ordinario di Ecologia dell’Università di Ferrara; Marianna Ferrigno, CREA - Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia; Pierluigi Stefanini, Presidente ASVIS Nazionale e Alessandro Bratti, Segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale Fiume Po che, in particolare, ha sottolineato che è necessario: “Dare più spazio ai fiumi, creare golene chiuse, adeguare i ponti e, soprattutto, condividere le scelte: l’acqua non ha confini amministrativi e imporli è andare contro natura”.

Tutti aspetti, quelli evidenziati dai relatori, che devono coesistere quando si pensa a un sistema di programmazione e di sviluppo per mitigare e prevenire i fenomeni e i danni che hanno colpito il territorio.

La strada da seguire è stata indicata con chiarezza: l’impatto dei cambiamenti del clima sull’equilibrio del territorio richiede infrastrutture adattabili per mitigare gli effetti degli eventi più estremi e un piano di sviluppo che coniughi esigenze di sostenibilità ambientale ma anche economica e sociale.