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Al via a Roma la riqualificazione dell'area storico-archeologica di Testaccio-Piramide. News da Edilizia e Territorio      

Dopo una procedura partecipata, conclusa nel dicembre scorso per immaginare un nuovo assetto dello spazio pubblico di Testaccio, nell'area compresa tra la storica piazza e la Piramide di Caio Cestio, arriva un concorso di progettazione per cominciare a passare dalla parole ai fatti. Un concorso di progettazione ben finanziato - con un montepremi di 172mila euro di cui quasi 30 mila euro per il vincitore, oltre all'incarico per la redazione del progetto definitivo. I passi successivi (fondi permettendo) sono l'incarico dell'esecutivo - «L'Amministrazione - si legge nel bando - intende affidare al vincitore con successivo atto anche la redazione della progettazione esecutiva per un valore di 78.599,66 euro - e poi la gara per i lavori, che (relativamente a un solo sub-ambito oggetto di progettazione definitiva) ha un costo stimato di circa otto milioni di euro.

La procedura - presentata venerdì scorso (ndr 10 gennaio 2020) a Roma - è promossa dal Primo Municipio della Capitale, con collaborazione con gli architetti (il bando del concorso è accessibile anche sulla piattaforma Awn, oltre che sulla piattaforma di Roma Capitale) e la "benedizione" dell'assessorato all'Urbanistica del Comune di Roma. Più esattamente, l'oggetto del concorso riguarda «Progetto pubblico unitario dell'area compresa tra Via Marmorata, Via Galvani, Via N. Zabaglia e Via Caio Cestio e il progetto definitivo del sub-ambito di Via Paolo Caselli per artigianato di servizio e studi d'artista». La procedura è in due fasi. In prima battuta ai concorrenti viene chiesta l'elaborazione di una idea progettuale per un'area pubblica unitaria dell'ambito compreso tra via Marmorata, via Galvani, via Zabaglia,
via Caio Cestio (che misura 51.500 mq), e di un'area nel sub ambito di via Paolo Caselli per artigianato di servizio e studi di artista (iscritta nella precedente e che misura 13.600 mq). I cinque finalisti che passeranno il primo grado del concorso dovranno elaborare un progetto pubblico unitario e un progetto di fattibilità tecnico-economica del sub-ambito «sviluppando tutti gli studi, elaborati grafici per l'individuazione delle caratteristiche dimensionali, volumetriche, tipologiche, funzionali e tecnologiche dei lavori da realizzare e le relative stime economiche per: un area pubblica unitaria dell'ambito via Marmorata, via Galvani, via Zabaglia, via Caio Cestio; un'area nel sub ambito di via Paolo Caselli per artigianato di servizio e studi di artista». La scadenza per la partecipazione alla prima fase è fissata al 2 marzo mentre i finalisti dovranno consegnare i progetti entro il 30 aprile 2020.

«Il concorso di progettazione - ha detto l'assessore all'Urbanistica Luca Montuori - non può che essere lo strumento imprescindibile per identificare le migliori proposte progettuali all'interno di politiche di rigenerazione urbana che vogliono promuovere la cultura architettonica all'interno del contesto pubblico attraverso i principi di trasparenza e confronto». «La situazione di compromissione dell'area di Testaccio oggetto del concorso - ha ricordato la presidente del Primo Municipio di Roma Sabrina Alfonsi - è nota da anni, e rappresenta una vera e propria ferita per la città storica. A questo si aggiungano i provvedimenti di sgombero degli insediamenti di Via Paolo Caselli, che, se attuati senza che rispetto alla zona venisse predisposto un piano che garantisse una prospettiva concreta di recupero, rischiavano di creare una situazione di abbandono fonte di ulteriore degrado per il rione». «Il concorso di progettazione bandito dal I Municipio - ha affermato Andrea Iacovelli, responsabile e coordinatore dell'area concorsi Oar - oltre a rappresentare la continuazione di un percorso virtuoso intrapreso dall'assessorato all'Urbanistica di Roma Capitale e l'Ordine degli architetti di Roma per il rilancio dei concorsi di progettazione, quale migliore strumento per garantire una pianificazione di qualità e per restituire centralità al progetto di architettura nei processi di trasformazione del territorio, risponde a una esigenza di riqualificazione e rifunzionalizzazione di un'area ricca di testimonianze di architetture antiche e moderne e di siti archeologici e post industriali di grande rilevanza».

Autore:Massimo Frontera

Testata: Edilizia e Territorio Quotidiano