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immagine nuovo codice appaltidi Serena Moriondo

In un articolo apparso il 30 gennaio sul Corriere della Sera (Economia), Ferruccio de Bortoli trattando il tema degli appalti pone un problema di attualità: " Quando si parla di appalti si confrontano due filosofie contrapposte che riproducono quasi alla perfezione due visioni lontanissime del Paese."

Una premessa è d'obbligo: "Un codice - egli scrive - è per sua natura qualcosa di statico e duraturo, specialmente se si propone di regolare lavori pubblici che richiedono tempi non brevi." Ma pur risalendo solo al 2016, contrariamente a quanto ci si aspettava, anche per rispettare i tempi del PNRR, il Consiglio di Stato è stato - come descrive de Bortoli - "inusualmente incaricato" da Draghi ad adattare un nuovo testo "ai nuovi principi contenuti nella legge delega" del luglio 2022. Ora però, che il Consiglio di Stato ha consegnato un testo, sembrerebbe che lo schema del decreto legislativo che dovrà essere approvato entro aprile, non piaccia più a nessuno.

In merito alle due visioni: la prima che ha come obiettivo di scongiurare fenomeni di corruzione: "privilegia la trasparenza e il controllo nell'affidamento dei lavori, anche a costo di rallentarli troppo o persino di renderli impossibili". La seconda visione il cui obiettivo primario è aprire cantieri: "è improntata a un pratico laissez faire - giustificato anche dalla necessità di accelerare l'implementazione del Pnrr - non privo però di conseguenze sul senso di legalità del Paese."

Foto Ferruccio De Bortoli 1Ferruccio de Bortoli si interroga "(..) sul perchè sia così difficle trovare un equilibrio tra trasparenza ed efficienza, tra controlli e tempi di esecuzione. Ovvero fermare il pendolo nella giusta posizione per un Paese moderno" senza incorrere nel rischio "di un devastante messaggio di 'liberi tutti', con il risultate che anziché promuovere la concorrenza si incoraggino troppo, da un lato le reti amicali degli affidamenti diretti e, dall'altro, pochi e grandi gruppi, interlocutori privilegiati. Qualche volta troppo."

Nel farlo espone in modo particolareggiato le perplessità esposte dall'ANAC (Autorità nazionale anticorruzione,), le posizioni dell'Oice (Associazione di categoria, aderente a Confindustria, che rappresenta le organizzazioni italiane di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica ) e dall'ANCE (Associazione nazionale costruttori edili).

L'unico appunto che si potrebbe fare all'articolo è che parrebbe mettere sullo stesso piano, seppur su posizioni contrapposte, il timore dei sindacati e della sinistra di vedere "poco tutelati, addirittura capestati" i diritti dei lavoratori nei cantieri e chi, come il ministro alle infrastrutture e ai trasporti, Salvini, ritiene che "pur di completare i lavori pubblici e dare maggiore libertà agli enti locali, anche quelli piccoli e impreparati, sia trascurabile una forma fisiologica di corruzzione, una quota anche cospicua di inefficienza."

Foto Alessanro Genovesi SG Fillea 1Basta leggere l'intervista rilasciata il 27 gennaio scorso a La Repubblica dal Segretario Generale della Fillea Cgil, per comprendere che le preoccupazioni del sindacato sono, purtroppo, fondate.

Pur a fronte di dati confortanti della Commissione nazionale delle casse edili - che confermano che sono state rilasciate nel primo anno di vita del Durc (il Documento di regolarità contributiva), l'unico strumento per combattere il lavoro nero nei cantieri edili, 28 mila certificazioni di congruità,  per un importo totale di 2 miliardi e 312 milioni di lavori edili facendo "emergere centinaia di migliaia di ore-lavoro e migliaia e migliaia di lavoratori, a vantaggio di tutti, imprese serie e Stato, che recupera milioni di euro di evasione contributiva e fiscale", si possano rischiare "alcuni possibili arretramenti proposti nella bozza di nuovo Codice degli appalti".

Lo spiega ancora Genovesi: "Il governo, liberalizzando il subappalto e permettendo catene infinite di subappalti, rischia di far rientrare dalla finestra tutto quello che da anni stiamo combattendo: cioè imprese vuote ed improvvisate, caporali in giacca e cravatta, impoverimento industriale delle aziende strutturate che subiranno concorrenza sleale, infiltrazioni criminali." Quindi non possiamo che augurarci che il pendolo si fermi dalla parte giusta.

Per una lettura completa degli articoli dei quotidiani e dei dati Cnce:

Link: Il_pendolo_degli_appalti_de_Bortoli_Corriere_della_Sera.pdf

Link: Articolo Genovesi La Repubblica

Link: Documento DURC Cnce