contattaci2
Chiamaci: 06 441 146 25
Scrivici una e-mail
area riservatacerca
cercaarea riservata
logo rigenerazioni NEWS 800x100 trasparente

Il 22 marzo è stato scelto dal 1992 come il giorno per ricordare l'importanza e lo sfruttamento delle risorse idriche del pianeta da parte degli esseri umani.

Il cambiamento climatico sta aumentando la variabilità del ciclo dell’acqua. Un’atmosfera più calda trattiene infatti più umidità, provocando un maggior numero di eventi meteorologici estremi. L’agricoltura utilizza circa il 70% delle risorse idriche naturali. Circa la metà della popolazione mondiale sperimenta una grave carenza idrica per almeno una parte dell’anno e la siccità tra il 1970 e il 2019 ha causato oltre 700.000 morti e oltre 260 miliardi di dollari di perdite economiche. Ma nello stesso tempo, circa 1,8 miliardi di persone nel mondo sono esposte a un rischio significativo di alluvione.

Il monitoraggio e la valutazione dei cambiamenti nel ciclo dell’acqua sono dunque cruciali per la pianificazione dei sistemi di mitigazione e adattamento degli impatti dei cambiamenti climatici. E i dati relativi alla portata dei fiumi, all’immagazzinamento dei laghi e all’afflusso dei bacini idrici, ai livelli delle acque sotterranee, al contenuto di umidità del suolo, ai tassi di evapotraspirazione, alla copertura nevosa e agli eventi legati all’acqua sono preziose fonti di informazione.

In Italia con 220 litri in media abitante al giorno, deteniamo il triste primato di sprecare più acqua rispetto agli altri paesi d’Europa (la media 165 litri). Il WWF fa notare che a questo consumo diretto si deve aggiungere quello indiretto legato all’”acqua nascosta” utilizzata per produrre i beni di consumo e il cibo. "La somma di tutti questi consumi rappresenta l’impronta idrica quotidiana, per il 90% determinata dal cibo che mangiamo. In Italia abbiamo una delle impronte idriche più alte d’Europa”.

Mancano dunque neve e acqua a causa di temperature alte e precipitazioni scarse ma ciò nonostante in Italia circa un terzo dell’acqua viene disperso a causa delle perdite del sistema idrico.

Secondo i nuovi dati del XIX Rapporto di Cittadinanzattiva sul "Servizio idrico integrato” pubblicati il 19 marzo continuiamo a sprecare una risorsa essenziale per la vita:

  • In base agli ultimi dati Istat (anno 2020), la dispersione idrica nei capoluoghi di provincia è pari in media al 36,2% e raggiunge il 42,2% come territorio complessivo italiano. In alcune aree del Paese (soprattutto Sud e Isole) si disperde più della metà dei volumi d’acqua immessi in rete;
  • 478€ la spesa media a famiglia, in aumento in oltre due terzi delle province. Frosinone resta in testa alla classifica delle province più care con una spesa media annuale di 867€ mentre Milano e Cosenza conquistano la palma di capoluoghi più economici con 184€. La Toscana è la regione più costosa (con 732€), con ben 8 suoi capoluoghi nella top ten delle province più care; il Molise la più economica (226€), in Trentino Alto Adige l’aumento più consistente (+9%). Profondi divari si registrano anche all’interno degli stessi territori.
  • in base all'esame delle tariffe per il servizio idrico integrato applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2023 in riferimento ad una famiglia tipo composta da 3 persone un consumo annuo di 182 metri cubi, un po' meno dei dati indicati dal WWF, ma se ci attestassimo su un consumo di 150 mc l’anno, oltre a far un gran bene al pianeta  risparmieremmo in media 101€, ossia quasi il 27%; una famiglia toscana, la più tartassata a livello nazionale, potrebbe arrivare a pagare 183€ in meno, ed anche una famiglia molisana avrebbe un risparmio di 42€.

E i cittadini continuano ad avere una scarsa percezione e consapevolezza del proprio livello di consumo, visto che dichiarano di usare quotidianamente 62 litri di acqua, molto al di sotto del consumo medio ad abitante indicato da Istat in circa 215 litri al giorno.

Quasi uno su tre non conosce il proprio fornitore del servizio idrico e oltre il 37% ritiene la bolletta troppo alta. Il 43% non conosce il bonus sociale e il 62% quello integrativo messo eventualmente a disposizione dal proprio comune di residenza. Inoltre, quasi l’80% vorrebbe ricevere informazioni circa l’impronta idrica dei prodotti che acquista, al fine di poter compiere scelte più responsabili.

Emerge che oltre il 90% si dichiara attento a non sprecare acqua, e lo fa essenzialmente preferendo la doccia al bagno, e utilizzando gli elettrodomestici a pieno carico. Circa la metà dei cittadini intervistati non beve regolarmente acqua di rubinetto e, sebbene la metà dichiari di avere a disposizione nel proprio Comune le cosiddette Case dell’acqua, quasi il 40% afferma di non aver mai fatto rifornimento presso le stesse. (Fonte: Comunicato Stampa Cittadinanzattiva)

L’acqua è un bene prezioso e un fattore determinante per rispettare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, per la salute e la prosperità delle persone e del pianeta. Ma i nostri progressi rispetto ai target legati all’acqua sono fuori strada in maniera allarmante, mettendo a rischio l’intera Agenda per lo sviluppo sostenibile.

La Conferenza ONU 2023 sull’acqua, che si è svolta a New York nel 2023 e che si è conclusa con l'obiettivo di accelerare, nel biennio 2024-2025, gli sforzi internazionali per affrontare la crisi idrica globale e i progressi del Goal 6, ha chiesto a tutti i Paesi di adottare lAgenda d’azione per l’acqua quale impegno da parte di governi, imprese e comunità per raggiungere gli obiettivi e i traguardi globali relativi all’acqua e ai servizi igienici.Ora tocca a noi fare la nostra parte.

* In homepage Foto di Jouni Rajala su Unsplash

Per la Redazione - Serena Moriondo